Una gita in Transdnjestria
Ubaldo era comunista. Ma comunista di quelli di una volta, filo-sovietico, ammiratore di Fidel Castro, trozkista-leninista. S’era letto tutto il Capitale di Marx (aveva detto che non ci aveva capito niente, ma che diceva cose molto giuste), tutta la Questione ebraica, con l’ausilio di Martino (aveva commentato che era un libro bello, ma triste) ed infine aveva appiccicato al muro, nel suo studio al cantiere "Ecomostri", il Manifesto del Partito Comunista (invano sua sorella Iris aveva tentato di spiegargli che trattavasi di un libro, non di un poster; la discussione era degenerata in pugni, schiaffi, soffi e insulti ed era dovuto intervenire lo Zio Panda con la scopa). Aveva sofferto oltre misura per il crollo del Muro di Berlino (sosteneva che era una pregevole opera d’architettura futurista) e per il tramonto del comunismo ed aveva pertanto salutato con giubilo la nascita del Regno del Vero Comunismo (il V.C., lo chiamava Edoardo) nel piccolo stato della Transdnjestria (leggi Transnistria).
Nell’estate del 2001 aveva dunque organizzato una gita di quindici giorni a Tiraspol e, dopo una settimana di accurati preparativi, era partito con la sua potente Trabant, accompagnato dal Bimbo.
A questo punto due domande sorgono spontanee:
a) dove diavolo è la Transnistria?
b) chi accidenti è il Bimbo?
Cominciamo con la Transnistria, che è più semplice.
La Transnistria è il fantasma del Vero Comunismo (qui di seguito denominato V.C.), l’ultimo miserando resto dell’Unione Sovietica. E’ una regione secessionista della Moldavia, ex-colonia sovietica, a quanto ho capito, che si estende lungo il confine con l'Ucraina (altra ex-colonia). La sua superficie dovrebbe essere di circa 3.500 km² e la popolazione 555.000, più o meno. Il nome della regione deriva dal fiume Dniestr: la Transnistria è, infatti, l'area della Moldavia posta sulla sponda orientale del fiume. Vorrebbe dire "al di là del Dniestr".
E’ una repubblica, con capitale Tiraspol, la meta delle gite dell’Ingegnere. Il Presidente è un tale Igor Smirnov, che, a quanto ho capito, è convinto che la democrazia sia una malattia del fegato. Lingue ufficiali sono il romeno, il russo e l’ucraino. Ignoro quale delle tre parlassero l’Ingegnere e il Bimbo nel loro soggiorno transnistrico.
Dopo la caduta del comunismo, nel 1990, la Transnistria dichiarò la propria indipendenza, peccato che non se la cacò nessuno… mi correggo, scusa, Iris, tale decisione fu unilaterale e non una nazione al mondo accettò di riconoscerla (anche se dice che era la Russia che le forniva armi e quant’altro). E’ una nazione piccolina, ma coraggiosa e piena d’iniziativa, diceva sempre l’Ingegnere: ha un grosso guadagno da attività illecite come porto per i contrabbandieri, traffico di combustibili, di armi, d’organi e droga (bisogna pur diversificare) e si sospetta che ancora oggi la sua economia sia aiutata da questo tipo di commercio, in particolare quello bellico.
L'industria di armi, infatti, è molto fiorente in questa regione e, a sentire i servizi segreti moldavi che ci si dannano, queste servono ad aiutare anche il terrorismo musulmano, compresa la famigerata Al Qaida.
La moneta è il rublo della Transnistria (senza alcun valore internazionalmente riconosciuto, manco a dirlo); il prefisso telefonico è quello della Moldavia Hanno anche lo stadio più bello del mondo, anche se non so proprio chi ci giochi, a parte la squadra di calcio del figlio del Presidente, la "F.C. Sheriff Tiraspol". L’Ingegnere e il Bimbo ci hanno fatto una memorabile partita di badminton.
Orbene, io direi che in una nazione siffatta siano calpestati i più elementari diritti umani e che la libertà di parola sia riguardata come pericolosa attività sovversiva l’ordine costituito; Ubaldo, che Dio lo riposi, sosteneva invece che tutti erano liberi, in Transnistria, ma che ovviamente il Governo doveva salvaguardare il V.C. ed era costretto, per agevolare il trionfo della classe operaia, ad esercitare un certo benevolo controllo sulle notizie in entrata e in uscita. Se ne rese ben conto il Bimbo, il quale decise un giorno di telefonare alla Bimba dall’albergo di Tiraspol: in primis, dovette prenotare la chiamata con una settimana d’anticipo (e al primo giro non gli rispose nessuno perché la Bimba era venuta ad una sagra con i Licaoni), in secundis, tutta la conversazione fu attentamente ascoltata da un trucibaldo gendarme transnistrico armato di Kalashnikov, stipatosi nell’angusta cabina telefonica insieme al Bimbo. Alle allegre domande della Bimba ("Com’è l’albergo? E’ bella la città?"), il Bimbo rispondeva, a denti stretti: "Non ci possiamo lamentare!". Alle curiosità sul cibo e sulle gite nei dintorni di Tiraspol, il Bimbo sibilava: "Non ci possiamo lamentare!". Alle insistenze della Bimba sulla libertà di circolazione e sulla criminalità, il Bimbo ruggiva: "Non ci possiamo lamentare!!!!!!"
Il tutto mentre l’Ingegnerone si scolava lo "Spirito Kvint" prodotto dalla distilleria omonima (pare che detta distilleria sia una delle attività tradizionali transnistriche: è talmente radicata nel territorio - esiste dal 1897 - che viene riportata anche nella banconota da cinque rubli della Transnistria); e, accompagnato da due gerarchi locali, cantava a squarciagola:
Ubaldo era comunista. Ma comunista di quelli di una volta, filo-sovietico, ammiratore di Fidel Castro, trozkista-leninista. S’era letto tutto il Capitale di Marx (aveva detto che non ci aveva capito niente, ma che diceva cose molto giuste), tutta la Questione ebraica, con l’ausilio di Martino (aveva commentato che era un libro bello, ma triste) ed infine aveva appiccicato al muro, nel suo studio al cantiere "Ecomostri", il Manifesto del Partito Comunista (invano sua sorella Iris aveva tentato di spiegargli che trattavasi di un libro, non di un poster; la discussione era degenerata in pugni, schiaffi, soffi e insulti ed era dovuto intervenire lo Zio Panda con la scopa). Aveva sofferto oltre misura per il crollo del Muro di Berlino (sosteneva che era una pregevole opera d’architettura futurista) e per il tramonto del comunismo ed aveva pertanto salutato con giubilo la nascita del Regno del Vero Comunismo (il V.C., lo chiamava Edoardo) nel piccolo stato della Transdnjestria (leggi Transnistria).
Nell’estate del 2001 aveva dunque organizzato una gita di quindici giorni a Tiraspol e, dopo una settimana di accurati preparativi, era partito con la sua potente Trabant, accompagnato dal Bimbo.
A questo punto due domande sorgono spontanee:
a) dove diavolo è la Transnistria?
b) chi accidenti è il Bimbo?
Cominciamo con la Transnistria, che è più semplice.
La Transnistria è il fantasma del Vero Comunismo (qui di seguito denominato V.C.), l’ultimo miserando resto dell’Unione Sovietica. E’ una regione secessionista della Moldavia, ex-colonia sovietica, a quanto ho capito, che si estende lungo il confine con l'Ucraina (altra ex-colonia). La sua superficie dovrebbe essere di circa 3.500 km² e la popolazione 555.000, più o meno. Il nome della regione deriva dal fiume Dniestr: la Transnistria è, infatti, l'area della Moldavia posta sulla sponda orientale del fiume. Vorrebbe dire "al di là del Dniestr".
E’ una repubblica, con capitale Tiraspol, la meta delle gite dell’Ingegnere. Il Presidente è un tale Igor Smirnov, che, a quanto ho capito, è convinto che la democrazia sia una malattia del fegato. Lingue ufficiali sono il romeno, il russo e l’ucraino. Ignoro quale delle tre parlassero l’Ingegnere e il Bimbo nel loro soggiorno transnistrico.
Dopo la caduta del comunismo, nel 1990, la Transnistria dichiarò la propria indipendenza, peccato che non se la cacò nessuno… mi correggo, scusa, Iris, tale decisione fu unilaterale e non una nazione al mondo accettò di riconoscerla (anche se dice che era la Russia che le forniva armi e quant’altro). E’ una nazione piccolina, ma coraggiosa e piena d’iniziativa, diceva sempre l’Ingegnere: ha un grosso guadagno da attività illecite come porto per i contrabbandieri, traffico di combustibili, di armi, d’organi e droga (bisogna pur diversificare) e si sospetta che ancora oggi la sua economia sia aiutata da questo tipo di commercio, in particolare quello bellico.
L'industria di armi, infatti, è molto fiorente in questa regione e, a sentire i servizi segreti moldavi che ci si dannano, queste servono ad aiutare anche il terrorismo musulmano, compresa la famigerata Al Qaida.
La moneta è il rublo della Transnistria (senza alcun valore internazionalmente riconosciuto, manco a dirlo); il prefisso telefonico è quello della Moldavia Hanno anche lo stadio più bello del mondo, anche se non so proprio chi ci giochi, a parte la squadra di calcio del figlio del Presidente, la "F.C. Sheriff Tiraspol". L’Ingegnere e il Bimbo ci hanno fatto una memorabile partita di badminton.
Orbene, io direi che in una nazione siffatta siano calpestati i più elementari diritti umani e che la libertà di parola sia riguardata come pericolosa attività sovversiva l’ordine costituito; Ubaldo, che Dio lo riposi, sosteneva invece che tutti erano liberi, in Transnistria, ma che ovviamente il Governo doveva salvaguardare il V.C. ed era costretto, per agevolare il trionfo della classe operaia, ad esercitare un certo benevolo controllo sulle notizie in entrata e in uscita. Se ne rese ben conto il Bimbo, il quale decise un giorno di telefonare alla Bimba dall’albergo di Tiraspol: in primis, dovette prenotare la chiamata con una settimana d’anticipo (e al primo giro non gli rispose nessuno perché la Bimba era venuta ad una sagra con i Licaoni), in secundis, tutta la conversazione fu attentamente ascoltata da un trucibaldo gendarme transnistrico armato di Kalashnikov, stipatosi nell’angusta cabina telefonica insieme al Bimbo. Alle allegre domande della Bimba ("Com’è l’albergo? E’ bella la città?"), il Bimbo rispondeva, a denti stretti: "Non ci possiamo lamentare!". Alle curiosità sul cibo e sulle gite nei dintorni di Tiraspol, il Bimbo sibilava: "Non ci possiamo lamentare!". Alle insistenze della Bimba sulla libertà di circolazione e sulla criminalità, il Bimbo ruggiva: "Non ci possiamo lamentare!!!!!!"
Il tutto mentre l’Ingegnerone si scolava lo "Spirito Kvint" prodotto dalla distilleria omonima (pare che detta distilleria sia una delle attività tradizionali transnistriche: è talmente radicata nel territorio - esiste dal 1897 - che viene riportata anche nella banconota da cinque rubli della Transnistria); e, accompagnato da due gerarchi locali, cantava a squarciagola:
"E sem brut, ma sem simpatic, lalà,
e ciumbailalà
e ciumbailalà…"
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