Stamattina stavo blaterando con Aristogìtone (il licaone capo della band di liscio di cui faccio parte, n.d.r.) e parlavamo, manco a dirlo, della trasmissione di Rete 105. Io sostenevo che i sette frivoli fanciulli non avessero scherzato, cianciando di sevizie varie e di gatti nel micro-onde; Aristogìtone non era del tutto d'accordo. Lui ascolta spesso la trasmissione e mi ha raccontato che una volta li ha sentiti invitare il popolo italiano a marciare verso la Repubblica di San Marino per conquistarla o per abbatterla, non si ricorda; solo che nessuno ha protestato, dato che nessuno li ha presi sul serio.
Se è per questo, a scuola io avevo un professore che ci minacciava sovente di appiccarci su per un trave, ma non mi risulta che alcun genitore sia mai andato dal Preside a protestare e a minacciare denunce per omicidio volontario.
Qui però la cosa è, a mio parere, differente.
Certamente bisogna tener conto del contesto in cui le frasi si dicono.
Le frasi, appunto.
Nel caso de "Lo Zoo", tuttavia, non si trattava di una frase isolata, bensì di una serie di discorsi, descrizioni, risate, suggerimenti, telefonate degli ascoltatori che narravano anche loro, tra le risate generali, di aver fatto esplodere una rana con una sigaretta, di aver fatto scoppiare il gatto nel micro-onde o di avergli infilato petardi nel sedere, e si dilungavano a descrivere che dopo il fatto si erano trovati inondati dalle feci dell'animale...
La cosa è andata piuttosto per le lunghe, insomma. Non si trattava di una battuta isolata, che può anche essere infelice, ma sulla quale di solito si sorvola.
Inoltre, i tizi erano, lo ripeto, conduttori di una trasmissione che vanta milioni d'ascoltatori. C'è, in questi casi, una deontologia professionale da osservare. In presenza di amici che ti conoscono - e che conoscono il tuo senso dell'umorismo -, ti puoi anche abbandonare a frasi pesanti, minacciose, di pessimo gusto, dire quel cavolo che ti pare; ma se c'è anche una sola persona che non conosci, devi fare attenzione, perché facilmente puoi essere frainteso. [Ne sa qualcosa la mia Mamma, che da giovane usava aprire la bocca e darle fiato e poi si sorprendeva se la gente la evitava]. Figuriamoci in una trasmissione.
Inoltre, le cose che descrivevano i sette vanesi erano fattibili, assai realistiche; non erano frasi pletoriche del tipo "ti scortico vivo" o, come diceva gentilmente un mio amico, "ti passo sopra col camion e poi piscio sulla tua carogna fumante". Se anche avessero scherzato, non sembrava...
E poi mica dico che si debba chiudere la radio o financo la trasmissione: penso che magari si potrebbe farla condurre a qualcun altro che abbia più senso della deontologia professionale.
E poi mica dico che toccherebbe licenziarli in tronco e gettarli sul lastrico, i sette bambacioni: ma Rete 105 avrà pur bisogno di qualcuno che faccia le pulizie, che consegni le bobine, che ne so, che curi il giardino...
Una cosa mi spiace: che "Lo Zoo" era una trasmissione anti-berlusconiana e che vari politici di destra avevano tentato già da tempo di farla chiudere...
Ciò ci dà, signori, un fondamentale ammaestramento: che i pisquani si trovano da tutte le parti. A destra e a sinistra. E anche al centro.
La pisquanaggine è bipartisan.