mercoledì 17 dicembre 2014

Il lupo delle fiabe e il laido Natale


Saranno gli anni che passano, sarà la crisi, sarà il rammollimento senile, ma il lupo giornalista Flavio Aufidio Crispino si è tinto di nero per somigliare all'immagine del lupo che danno le fiabe e l'iconografia tradizionale. Io gli ho fatto notare che così spaventa i bambini, ma lui ha replicato che anzi, infrange uno stereotipo. Sarà. Sta persino seguendo un corso di Ululati Raggelanti finanziato dal Comune (da noi c'è la destra, adesso, tutto è mutato). Potete vederlo nella foto sopra durante un'esercitazione in classe (credo che gli impiegati del Comune stiano ancora tenendosi la pancia dal ridere).
 
In tutti i modi, ha preparato per la RAI 3, la quale gli dà da vivere, un altro servizio dal titolo "Laido Natale. Segni della crisi o deviazione dell'estetica?"  Già anni fa aveva mostrato addobbi natalizi al limite del buon gusto nella prima parte del servizio; ora ne ha aggiunti altri.
 


 
 
 
  • Un albero di Natale d'estrema periferia, fra capannoni e discariche piene di cartaccia pressata e lamiere arrugginite, fatto di bottiglie vuote di non so quale acqua minerale; la misericordia divina ha fatto sì che non se ne scorga la marca, altrimenti una bella denuncia non gliela levava nessuno, all'ululante creatura dei boschi.
  • Un simulacro di Babbo Natale ottenuto con la vernice a spruzzo, opera, mi auguro, del padrone del negozio (ovvero, mi auguro che non abbia pagato qualcuno per farlo, altrimenti mai quattrini furon gettati via in modo sì sconsiderato).
  • Ghirlanda natalizia che ingentilisce quartiere degradato? o groviglio di fili spennacchiati gettato fuor dalla magione in un accesso d'ira?
 
La domanda che (non) sorge spontanea è codesta: è il segno della crisi economica? o la mancanza di buon gusto e di pudore tout court?