martedì 31 marzo 2009

Il Diamante Nero e il rap della Caffarella

Il posto si chiama “Il Diamante Nero”, non so perché. Così a vederlo non è un gran che, somiglia un po’ ai centri sociali dove vado di solito a suonare con gli Otocioni… E’ una sala giochi alternativa, ce l’ha indicata Aristogìtone il Licaone e l’altra sera siamo andati all’inaugurazione. Si esibiva un gruppo che fa musica dell’isola di Pasqua, ed era prevista anche una performance del microraptor Emilio Leguìzamo Sandino. Eravamo io, Aristogìtone, la iena Araminta (che, a sorpresa, si è portata dietro la gatta Luminitsa Blerinca), il suo capo, l’avvoltoio Sigfrido Tombaccia, avvolto in un poncho e bardato con una cuffia analoga (fatti da lui, ovvio), a strisce gialle, viola e nere; il ragionier Arturo e Lucy K.K., la visoncina color cipria. Araminta e Luminitsa sono state sedute tutta la sera e, mentre la iena cercava di convincere l’amica a mangiare qualcosa e la gatta grigia beveva una quantità industriale di succo d’ananas senza zucchero, le sentivo chiamarsi a vicenda “Minnie”…
Lucy K.K., dopo aver vanamente tentato d’insegnare a ballare il tango ad Arturo, si è intestardita in uno degli strambi giochi proposti dal locale: su uno schermo erano state proiettate alcune parole e gli astanti dovevano capire che cosa c’era in comune tra di esse. Le parole erano:


Slicande, Ouggat, Auslypea, Ooristi, Dectibew,
Cansubbi, Beshlosi, Trangurg, Glymods.


Evocazione del Maligno!”
“Le parole d’ordine per entrare nello spogliatoio delle conigliette di Playboy!”
“Erbe magiche delle Falkland!”
e via delirando, ma nessuno indovinava.
Intanto, Emilio ha annunciato che avrebbe cantato un rap dedicato allo stupro del Parco della Caffarella, in cui narrava l’accanimento dei media contro i due rumeni, Loyos e Racz, arrestati il giorno dopo lo stupro, prima bollati come mostri e in seguito riconosciuti innocenti.
Se erano italiani, col cavolo che alla TV ne parlavano” ho brontolato io. “Innanzitutto non avrebbero fatto i nomi, al massimo avrebbero dato le iniziali. Anzi, nemmeno ne avrebbero dato notizia. Di stupri e risse ormai parlano solo quando vi sono coinvolti stranieri…”
Vero, se è uno straniero sbandierano la notizia ai quattro venti, se è un italiano tengono un basso profilo” ha commentato il licaone. “O non lo dicono per niente
Arturo ha tuttavia fatto notare che i due rumeni sono stati liberati, sì, ma ne sono stati arrestati altri due… quindi siamo da capo… La iena è scoppiata in una risata scrosciante ed interminabile, mentre in sottofondo Lucy, presa dal gioco, urlava “Riti religiosi corasmici!!!”


Il rap della Caffarella

Han rubato l’amore una bambina
una bambina che nel parco non andrà più.
Hanno detto che è stato uno straniero,
certo, uno straniero,
non un italiano,
mai visto un italiano che viola una bambina,
queste le cose le fanno solo gli altri, come no?

Linciamoli, castriamoli, cacciamoli, stronchiamoli!
Linciamoli, castriamoli, cacciamoli, stronchiamoli!

Poi si scopre che non è vero niente,
che siamo stati spinti
dalla folla lungo il viale,
che alla fine del viale c’era il fosso del linciaggio,
e sbatti il naso
sul pregiudizio,
e sbatti i denti
sulle tue paure
Le prove che accusavano
non esistevano
non era lo straniero,
almeno non era quello.
E ora a chi lo dici?
E ora lo nascondi?
E ora a chi lo dici?
Se dici il vero ci fai una figuraccia,
e allora non lo dici,
se non lo dici,
non è successo,
se non lo scrivi,
non è mai stato,
sono innocenti, ma nessuno lo saprà.

Linciamoli, castriamoli, cacciamoli, stronchiamoli!
Linciamoli, castriamoli, cacciamoli, stronchiamoli!

Se ti viola un italiano,
te lo sei un po’ meritato,
se ti tromba l’italiano
l’hai di certo provocato,
se ti stupra il tuo vicino
sei una troia, una puttana,
se tuo padre ti violenta,
tutti zitti, tutti muti!
Non turbiamo la famiglia!
Se ti stupra il tuo ragazzo,
è perché non gliela davi,
se a stuprarti è lo straniero,
basta, non se ne può più!

Linciamoli, castriamoli, cacciamoli, stronchiamoli!
Linciamoli, castriamoli
, cacciamoli, stronchiamoli!


Verso la fine della serata, un volpino di Pomerania ha ipotizzato che le misteriose parole fossero i cosiddetti “captcha”, i termini insensati che di solito si trovano in calce ai blog e che consentono di inserire commenti evitando lo “spam”; ed ha vinto una cassa di tofu.

domenica 29 marzo 2009

giovedì 26 marzo 2009

L'onore e gli spettri


piscina
Inserito originariamente da susannucciauccia

Hanno chiamato me.
Si sente male qualcuno e chiamano me.
Mica sono un medico, io.
Sono una gatta tricolore laureanda in Psicologia, manco in Psichiatria. Chiamate il 118, gli ho detto. No, no, ha strillato Asiak, devi venire tu, devi venire tu. Siamo da soli in una casa in mezzo al niente, ci sono gli spettri, secondo me, fuori c’è uno stagno, lei stava sulla porta e ci guardava fisso, poi è cascata in terra, ci guardava e aveva gli occhi vuoti, vieni tu, vieni tu.
Ed eccomi qui a parcheggiare il break fuori dalla casa – non c’era uno spettro a pagarlo oro, manco a dirlo. Asiak era seduta sui gradini tutta raggomitolata, da dentro si sentiva la voce di Scubidù e un’altra vocina – “Dumnezeu sa se binecuvantese”… Dio ti benedica... Avevo in mano una bottiglia di grappa al pino mugo, l’unico genere di conforto che fosse a portata di mano, in casa.
Nell’ingresso della casa, Scubidù stava accucciato su uno scatolone e una gatta grigia magrissima era sdraiata sul pavimento di cotto. L’ho annusata, sapeva di qualcosa di dolciastro che non ho saputo riconoscere.
Luminitsa mi stava dicendo che non ha fatto colazione” ha esordito il furetto. “Ci credo che è stramazzata in terra, allora” ho ringhiato io.
Me lo dice anche mia madre” ha detto Luminitsa, a testa bassa. E ci ha raccontato che la sua famiglia è rumena (“Veniamo dall’Oltenia ai piedi delle montagne, dalla Vallata di Horezu, sono tanto belli i miei monti…”), che lei si è diplomata all’Istituto Tecnico Commerciale studiando come una forsennata ed ora è iscritta al secondo anno di Economia e Commercio. Con la media del 30. Asiak le ha chiesto come fa a mantenere uno standard così alto e contemporaneamente a lavorare, e Luminitsa ha detto che ce la fa benissimo, poi ci ha riflettuto e ha detto che no, non sempre ce la fa, ma sua madre le ripete sempre che deve tenere alto l’onore della famiglia, che non deve finire a fare la badante come lei, che deve essere perfetta anche per far vedere a tutti gli italiani che non è vero che i rumeni sono tutti delinquenti… Mentre lei parlava, ho capito l’origine del suo odore. Le ho chiesto se mangiasse regolarmente e lei ha detto certo che sì; al che, ho tradotto mentalmente certo che no, mangio poco e quel poco lo vomito.
A quel punto Luminitsa si è alzata e ha detto che era tutto sotto controllo (sì, col cavolo, ho pensato io), ha accettato una barretta di semi di sesamo da Asiak e ha finito di mostrarci la casa. Quando siamo usciti, le ho lasciato il nostro numero di telefono e l’ho invitata a venirci a trovare, o a sentirci suonare da qualche parte. Lei ha ringraziato, pareva contenta, ma chissà perché non penso che lo farà...

mercoledì 25 marzo 2009

La casa dalle finestre che piangono


simignano
Inserito originariamente da susannucciauccia

Asiak e Scubidù si sposano!
Già da parecchio tempo si frequentano, e adesso hanno deciso di fare il grande passo… Mia sorella Megalo mi fa notare che sto parlando come la giornalista di una rivista di gossip, quindi vediamo di darci una regolata.
Dicevo, dunque, che ci sono fiori d’arancio in vista. Asiak, visoncina in fuga da un allevamento-pellicceria (di cui, mi duole dirlo, ha ucciso la proprietaria aiutata da alcuni amici), in cura per la depressione, vive per ora a casa di Ibadeth e Tarquinius. Annibale Bellassai detto Scubidù, furetto uscito dalle patrie galere per furto, ora si è riciclato come stola di pelliccia animalista, lavoro con cui guadagna molto bene. Si è preso a cuore la sorte della tristissima visoncina, l’ha spinta ad entrare in terapia, l’ha coinvolta nella sua attività e, alla fine, si sono fidanzati.
Ora stanno cercando una casa – Asiak è in prestito, Scubidù è in affitto presso la villa della veterinaria di San Martino in Campo, la mitica Sabrina. Consigliati da Araminta Alcamisi, una iena ridens che lavora presso una truce agenzia di viaggi – e che si è offerta di regalar loro il viaggio di nozze, ma tutti li abbiamo sconsigliati – si sono rivolti ad un’agenzia immobiliare di Casa del Diavolo ( e come te sbagli?), nomata “La casa dalle finestre che ridono”.
Li ha ricevuti un’impiegata, una gatta grigia magrissima, che si è presentata come Luminitsa Blerinca (rumena, evidentemente, o qualcosa del genere), che, parlando con un fil di voce, ha mostrato loro il catalogo delle case disponibili in zona e si è offerta di accompagnarli a vederne una.
Appena arrivati a destinazione, la gatta grigia ha aperto loro la porta della casa e li ha lasciati entrare. Asiak e Scubidù si sono messi a curiosare, ma ad un certo punto, sentendo che nessuna risposta arrivava ai loro commenti, si sono girati, perplessi. Luminitsa Blerinca stava sulla soglia della porta e li fissava con espressione intenta; quindi è scivolata a terra ed è rimasta lì, immobile…

lunedì 9 marzo 2009

Una corona di luci


Monti
Inserito originariamente da susannucciauccia

La mia regione è piena di vallate e di colline. Fanno parte del panorama, ormai ci sono abituata. Una di queste, la valle del Tevere, è attraversata da una sgangherata strada che nomasi E 45 e che ogni tanto i governi di vario colore minacciano di trasformare in autostrada per chiedere un obolo a coloro che vi transitano. A parte che secondo me ci dovrebbero pagare loro, per passarci, la E 45 è paesaggisticamente graziosa. La faccio spesso di notte e costeggio pianure, boschi sulle colline, siti archeologici, borghi e chiese circondate da lecci, alberghi con annessa pizzeria, agriturismi e fabbrichette..
La strada sparisce verso il nord Europa attraverso valli azzurre.
Torno spesso dall’Umbria meridionale e se viaggio di sera vedo sovente nove luci a corona sulla cima di una montagna oscura, i Monti Martani.
Nove luci dorate e solitarie in cerchio sopra i boschi notturni.
Mi sono sempre chiesta cosa siano.
Una villa?
La piazza di un paese con il belvedere?
Una locanda che domina le boscaglie?

Dall’altra parte, più in basso rispetto alla strada, un paese nero di cui vedo solo i tetti e un campanile sullo sfondo azzurro scuro – ci sono due leoni stilofori, dentro quella chiesa. Più indietro lontane colline basse per chilometri; uno spolverio di luci ogni tanto e la luna che tinge la terra di tranquillità.

mercoledì 4 marzo 2009

Il rap del diritto di sciopero

Ieri con gli Otocioni siamo andati a suonare al Centro sociale "Delirium tremens", gestito da amici di una cugina di Jerry l'Otocione. Detta cugina tre anni fa gli aveva chiesto di esibirsi colà con il suo gruppo e Jerry (che, ricordo, è il segretario dell'associazione "Vivere con lentezza") aveva assicurato che si sarebbe attivato celermente per organizzare la cosa al più presto; e così è stato - per i suoi ritmi, almeno. Al "Delirium tremens" non si servono alcolici (credo che gli organizzatori siano ex-alcolisti e la cosa più osé che servono è il sidro), ma l'atmosfera è, diciamo, un po' ...fumosa.
Ha aperto la serata un rapper portoricano, Emilio Leguìzamo Sandino, molto impegnato politicamente, così mi ha spiegato Giuditta (la cugina di Jerry), che vorrebbe surclassare Frankie Hi-Nrg, ma finora non ci è riuscito. Emilio è un microraptor (lo vedete nella foto fatta quando era più giovane e punk) e ha iniziato la sua performance con un pezzo dedicato alla recente decisione del Governo di limitare il diritto di sciopero.
"Come, limitare il diritto di sciopero?" ha ringhiato Maysa la lince.
"Non lo hai sentito?" le ha risposto Jerry "Per i trasporti. Dice che se quelli dei trasporti fanno sciopero, provocano un disagio alla collettività..."
"Grazie al cazzo, che disagiano la collettività, gli scioperi si fanno apposta!!!"
ha ruggito Maysa, con l'abituale signorilità.
"Sì, e si sono inventati lo sciopero virtuale. Tu lavori, ma dichiari che sei in sciopero, magari mettendoti un fiocco rosso sulla giacca, che ne so..."
"Sì, magari una leva del cambio infilata nel culo!!!"
ha chiosato la lince, con delicatezza.
"... l'Azienda dei Trasporti non ti paga, perché sei in sciopero, ma tu lavori ugualmente. Così non provochi disagio alla collettività e fai sapere a tutti che tu stai scioperando..."
Dato che il commento di Maysa è irripetibile, non lo ripeterò; mi sono messa ad ascoltare il rap di Emilio Leguìzamo Sandino, che diceva pressappoco così:


microraptor
Inserito originariamente da susannucciauccia

Rap delle conquiste perdute

Passa passa il tempo passa il tempo e se ne va
tutto ciò che hai conquistato come fumo svanirà
Quello che importa
uno alla volta
Quello che importa
Uno alla volta
così non te ne accorgi
così non ti rivolti
Così non te ne accorgi
Così non ti rivolti…

Sparavan sulla folla non molto tempo fa
se tu scendevi in piazza
se tu scendevi in piazza
Ora non sparano,
ora t'inculano
ma tu lo sciopero
non lo puoi fare,
non lo puoi fare
perché porta disagio, ma che bella novità!
Ti dicon che puoi farlo,
ma solo virtuale!
Lavori senza paga,
lavori senza fine,
magari un fiocco rosso
fissato sul taschino,
quello è il segno che tu stai a scioperare, mentre in realtà stai sempre a lavorare!
Quello è il segno che la libertà l’è morta, mentre in realtà non si può manifestare!
E questo è solo il primo,
e questo è un diritto che non abbiamo più.
E questo è solo il primo
e questo è uno solo,
ma altri se ne andranno a poco a poco nel silenzio
altri diritti
ci lasceranno
sul treno dell’infamia saliranno e se ne andranno
e ti saluteranno
col dito medio,
uno alla volta
uno alla volta,
così non te ne accorgi,
così non ti rivolti,
così non te ne accorgi,
così non ti rivolti…

P.S. Oh! dugentesimo post! Auguri a me!

domenica 1 marzo 2009

L'isola che c'è (purtroppo)

Ieri la mia amica Maria Grata Li Greci, in arte Shulamith, mi ha mostrato una lettera che aveva scritto al Ministro dell'Interno Maroni, riguardo al problema della sicurezza nelle città e delle cosiddette ronde.

Pare che a Padova una ronda abbia cominciato a pattugliare la città, ma che la Polizia, non si sa bene se per scarsa fiducia nei confronti della ronda medesima o perché temeva che qualcuno la sciagattasse dai cazzotti, si sia sentita costretta a scortarla. Vanificando quindi, secondo Maria Grata, sia il proprio lavoro sia quello della ronda. Voglio dire che mentre la Polizia proteggeva la ronda che pattugliava la periferia padovana, magari in centro succedeva di ogni.
Io sarò forse scema, ma questo mi son chiesta: Polizia e Carabinieri non si sentono un po' umiliati dall'esistenza delle ronde?
Nel senso: se in giro c'è tanta criminalità, dovrebbero bastare le forze dell'ordine che già ci sono, o no? Se abbiamo bisogno delle ronde, vuol dire che Polizia e Carabinieri non sono sufficienti.
Allora, perché il Governo gli ha tagliato i fondi?...
Mah.

Inoltre, sia il dottor Berlusconi sia l'ANSA hanno reso noto che nello scorso biennio, per esempio, i reati di stupro sono calati: del 10 % ha detto il capo del Governo, dell'8,4 % secondo l'ANSA.
Allora, perché le ronde? E perché si strilla tanto sulla sicurezza?
Ari-mah.

In tutti i modi, Maria Grata mi ha mostrato la lettera che aveva scritto, in cui faceva notare che era un po' irrazionale mandare i poliziotti dietro ad una ronda. Perché poteva essere pericoloso. Era necessario, quindi, che una pattuglia dei Carabinieri scortasse i poliziotti che proteggevano la ronda. Per salvaguardare l'Arma, sarebbe stato bene incaricare i Vigili Urbani, convenientemente equipaggiati, di seguire i Carabinieri che scortavano i poliziotti che scortavano la ronda. Inoltre, dato che i reati che possono venir perpetrati di notte nelle nostre città possono anche essere di natura pecuniaria (furti, scippi...) sarebbe stato opportuno incaricare la Finanza di scortare i Vigili Urbani che proteggevano i Carabinieri impegnati a scortare i poliziotti che scortavano la ronda. E per salvaguardare i finanzieri, chi meglio di un reparto addestrato dell'esercito per scortare la finanza nel suo compito di protezione dei Vigili che difendevano i Carabinieri nel loro eroico cimento di scortare i poliziotti che scortavano la ronda?
Io ho fatto notare a Maria Grata che dopo un po' si sarebbe vista la cittadinanza tutta che girava intorno alle mura urbiche come nell'Isola-che-non-c'è... con i delinquenti che magari scortavano l'esercito che scortava i finanzieri che scortavano i vigili che scortavano i carabinieri che scortavano i poliziotti che scortavano la ronda... oddìo, mi sa che ho perso il conto...