"Io non so se sia la crisi" mi diceva ieri il lupo Flavio Aufidio Crispino, a cena a casa mia e di Tarquinius insieme con Arturo, Lucy K.K., Scubidù e Asiak "se sia il ventennio berlusconiano, se sia il pessimo gusto imperante o che caspita sia, ma le decorazioni natalizie che si vedono in giro quest'anno sono terrificanti..."
Qualche tempo fa il lupo, che è un giornalista di RAI 3, aveva imbastito un servizio che intendeva opporsi allo stucchevole buonismo natalizio che le televisioni ostentano la seconda metà di dicembre, e lo aveva intitolato "
Laido Natale". Le decorazioni che mostrava erano veramente deprimenti, ma tutti pensavano che l'episodio rimanesse isolato; e invece, a quanto pare, il lupo ha scovato altre chicche da esporre al pubblico ludibrio dicembrino. A cominciare dall'albero di Natale ammannito con i vassoi della birra Peroni e di un'altra cervogia il cui logo non riesco a leggere (la Heineken? boh), passando attraverso il miserando abete decorato con tazzine da caffè e "Gratta e Vinci" usati (e, spero, non vincenti);
per giungere last, but not least, dulcis in fundo o in cauda venenum alla perla delle perle, alla madre di tutte le nefandezze, al padre di tutti gli obbrobri
l'albero di Natale fatto con una marea di copertoni usati, spruzzati di vernice bianca, illuminati dall'interno con una miriade di lampadine e sapientemente disposti in guisa d'abete in un piazzale dove si allocano tre o quattro negozietti. E dove, presume il lupo, nessuno avrà mai la spudoratezza di rivendicarne la paternità...
Altro che Joy to the world. E' la tristezza epocale, sostiene Asiak.
Ma Asiak, si sa, tende alla depressione.