giovedì 26 giugno 2008

Le rotonde comuniste 3


rotonda pincetto
Inserito originariamente da susannucciauccia

Non so quanto sia comunista questa rotonda, ma pubblico codesta foto perché mi garba, l'hanno scattata Ibadeth e Tarquinius dal capolinea del Minimetro, ai Giardini del Pincetto.
Siete mai stati sul grandioso minimetro di Perugia? Una cosa più bella non c'è... Mio fratello Edoardo, l'avvocato, lo odia - anche se lo prende tutte le mattine per andare in Tribunale - e mia sorella Megalo lo adora, ma non lo piglia mai - perché lavora a Marsciano e di certo le sta un po' fuori mano.
Se venite a Perugia, parcheggiate l'auto a Pian di Massiano, vicino allo stadio (qualche posto è anche gratis). Il Minimetro parte da lì e volteggia fra i tetti e i pendii della città per sei fermate (Cortonese, Madonna Alta, Stazione Fontivegge, Case Bruciate, Cupa, Pincetto); all'ultima si arriva dopo un breve viaggio all'interno della collina (fa un po' impressione, ma ci si abitua). Una terrazza dà sulla valle prospiciente Assisi (è da là che è stata scattata la foto della rotonda).
Ci sono poi tre o quattro rampe di scale mobili che sbucano dentro gli arconi detti del Sopramuro (restaurati e di sera illuminati).
Troppo bello.

Dov'è Sonia Marra?


MarraSonia1
Inserito originariamente da susannucciauccia

Ieri vi ho parlato di Sonia Marra.
E' dalla sera del 16 novembre 2006 che è scomparsa.
Quando ne parlo in giro, nessuno ne sa niente.
Sonia Marra?... Chi è?... Di Perugia?... Sparita?... Davvero?!?.... e quando?...
I giornali locali di lei hanno parlato poco. Forse perché il suo nome è legato a quello degli ambienti ecclesiastici. O forse non è interessante per qualche altro motivo, chi lo sa.
Lavorava a Montemorcino, alla Scuola di Teologia. E forse aspettava un bambino.
Forse.

mercoledì 25 giugno 2008

Emanuela e Sonia


falla girare
falla girare
così che tutti la possano vedere…

Che c’entra? Cos'è che devo far girare? Una cosa alla volta, voglio fare un post ad anello (come la coda del mio defunto fratello l’Ingegnere) e poi vi dirò cosa vorrei far girare. A parte gli zibidei; quelli già girano abbastanza di loro.

Dunque, nel giugno del 1983, a Roma, sparisce una ragazzina di quindici anni. La ragazzina si chiamava Emanuela Orlandi ed era una cittadina del Vaticano. La cosa fa clamore, compaiono manifesti con la sua foto, il Papa dell’epoca fa un appello, uno sciagurato turco che due anni prima aveva attentato alla vita del Pontefice comincia a dire che lui sa chi l’ha rapita, favoleggia di servizi segreti bulgari e così via.
Passano gli anni e la ragazzina non torna.
Un paio d’anni fa circa la trasmissione
"Chi l’ha visto?" manda in onda un servizio su di lei. Hanno trovato nella loro segreteria telefonica il messaggio di un tizio che dice che, se vogliono sapere qualcosa sulla ragazzina, devono fare due cose:
- andare a vedere chi è sepolto in una cripta della chiesa di Sant’Apollinare a Roma (vicino piazza Navona);
- scoprire che favori aveva fatto alla Chiesa cattolica Enrico De Pedis (detto "Renatino"), il trucibaldo capo della Banda della Magliana, assassinato nel 1990.
I giornalisti di "Chi l’ha visto?" scoprono che sepolto a Sant’Apollinare c’è il medesimo Renatino e rimangono un po’ perplessi: un delinquente? Seppellito nella chiesa insieme a santi, benefattori e gente di tal fatta? Un po’ curioso, no? Indagando, vengono a sapere che la sepoltura era stata autorizzata dal Cardinale Poletti, perché Enrico De Pedis era stato un "benefattore della chiesa che aveva avuto a cuore soprattutto la crescita umana e cristiana dei giovani". Che cosa gli insegnava a fare, a usare il Kalaschnikoff? … Sia come sia, mi par di ricordare che la cosa finisce in Parlamento, e la Chiesa in pratica "si avvale della facoltà di non rispondere", cioè dice in pratica che chi seppellisce nelle sue chiese sono fatti suoi e lo Stato non se ne deve curare.
"Chi l’ha visto?" prosegue il servizio per varie puntate, cercando (e non sempre riuscendovi, perché dev’essere un pasticcio colossale) di mettere ordine nei vari avvenimenti legati alla scomparsa di Emanuela: il coinvolgimento del cardinale Marcinkus, ex-capo dello I.O.R. (la banca vaticana), coinvolto, negli anni Ottanta, nel crack del Banco Ambrosiano, in cui era avviluppato anche un banchiere poco onesto, Roberto Calvi; legami con la Massoneria e qualche sua loggia deviata, come la P2 di trista memoria, capeggiata da Licio Gelli; relazioni con la mafia siciliana e con il suo cassiere Pippo Calò…
E’ un casotto di dimensioni stratosferiche, in cui è difficile orizzontarsi perché ci sono coinvolti tutti quanti (ah, scordavo i Servizi Segreti e la Decima MAS di Junio Valerio Borghese, che ci sta sempre bene), se ti ci avvicini troppo fai una brutta fine e, oltre tutto, molti dei suoi protagonisti sono morti: il banchiere Calvi è stato trovato impiccato a Londra nel 1982, il cardinale Marcinkus, mandato dal Vaticano a fare il parroco in America sua patria, è morto qualche anno fa di morte naturale.
Ora sono passati venticinque anni dalla scomparsa della ragazzina, Emanuela. La famiglia ancora ci spera, che sia viva da qualche parte.
La vedo buia e sapete perché?
Io non so chi vi sia coinvolto, non sono un giudice. Però mi sembra abbastanza lampante che la Chiesa di Roma c’entri in qualche modo. Magari non tutta; nel Vaticano ci sono correnti sotterranee che si agitano e spesso lavorano l’una contro l’altra. Tuttavia, la Chiesa sta, come sempre, cercando d’insabbiare la cosa, ritenendo che i reati che all’interno di essa si commettono siano di sua pertinenza, non di pertinenza dello Stato.
Ma se i reati sono commessi all’interno dello Stato italiano, direi che questa posizione non è tanto sostenibile. O no?
E un’altra cosa ho trovato tristemente comica.
Qualche giorno fa, la stampa ha dato la notizia che Sabrina Minardi, l’ex donna di Renatino, ha detto che Emanuela è stata rapita dalla Banda della Magliana, dietro ordine di qualcheduno al Vaticano, e che è stata uccisa.
E’ chiaro che queste asserzioni devono venire vagliate. Tutte le asserzioni devono essere suffragate da prove. La Minardi potrebbe essere una mitomane, di certo ha fatto uso di stupefacenti (e, a giudicare dall’intervista che rilasciò a "Chi l’ha visto?", nella quale parlava biascicando, ho il dubbio che ne usi ancora); ma potrebbe anche dire il vero. O mischiare invenzioni a cose vere, che ne so. Questo, debbono essere i giudici a stabilirlo. Comunque, la cosa patetica è stata vedere come la notizia è stata diversamente trattata dai vari telegiornali della sera. Solo il TG3 e La7 hanno parlato del Vaticano, di Marcinkus e del fatto che il capo della Banda della Magliana è sepolto in una chiesa di Roma; hanno elegantemente glissato il TG1, il TG2 e il TG5, i quali si sono dilungati sui manifesti appesi per tutta Roma, hanno detto qualcosa della Banda della Magliana, ma non hanno mai nominato il Vaticano! Uno di essi, non ricordo quale, addirittura non ha fatto nemmeno menzione del fatto che la ragazzina era cittadina vaticana…

(Volete saperne di più? Leggete il libro Extra omnes di Gaja Cenciarelli, Editrice Zona, Arezzo, Euri 15).

Andiamo in un’altra città e parliamo di un’altra ragazzina. Sonia Marra.
Sonia Marra era una ragazza pugliese che lavorava a Perugia. Aveva, credo, venticinque anni. E’ scomparsa nel novembre del 2006, da Perugia e da allora non se ne sa nulla. Si è venuto a sapere solo che negli ultimi suoi giorni conosciuti era preoccupata perché aveva fatto un test di gravidanza.
Non se ne parla, però, perché Sonia Marra lavorava presso la Scuola di Teologia a Montemorcino, che almeno inizialmente non ha dato grande aiuto nelle indagini: un prete, addirittura, interpellato per telefono da una giornalista di "Chi l’ha visto?" (Ilaria Mura, se non sbaglio), si è rifiutato di collaborare e ha detto alla giornalista "Ci sentiamo tra qualche giorno… ma se non telefona è meglio!" ...
Alla televisione non l’hanno detto a chiare lettere, ovviamente, ma c’è il sospetto che Sonia avesse una relazione con un prete e che il tizio abbia perso la testa quando ha saputo che Sonia era incinta e l'abbia accoppata…
Qualche mese dopo è stato rinvenuto uno scavo, nei terreni di Montemorcino, che pareva una tomba. Non vi è stato trovato nulla, eccetto un elastico di spugna per legarsi i capelli che la sorella di Sonia ha ipotizzato potesse appartenere alla ragazza (che, a quanto pare, ne usava molti). Non c’è di fatto nessuna prova che qualcuno della Scuola di Teologia possa esservi implicato… ma allora, perché non se n’è saputo più niente? Sembra che alla faccenda sia stata messa la sordina.
La sorella di Sonia è stata ricevuta dal Vescovo, che le ha assicurato che, se c’è un prete assassino, la Chiesa non intende di certo proteggerlo. Questa mi sembra una posizione ragionevole: la chiusura ed il rifiuto di collaborare, per me, attirano ancora di più l’attenzione. I membri di qualsiasi associazione, io credo, non devono essere difesi a tutti i costi, solo perché fanno parte di quell’associazione. Anzi, secondo me dovrebbe essere l’associazione stessa che espelle da sé un elemento deviato…
Ma io, si sa, sono una micia. La mia Mamma mi dice sempre che qualsiasi associazione, ivi compresa la Chiesa cattolica, non vuole difendere i valori che dice di difendere, ma vuol costituire un gruppo di potere e vuol dare agli altri gruppi il seguente messaggio
"Io faccio quello che mi pare e tu non mi puoi fermare, non puoi dire niente. E se provi a dirmi qualcosa, te lo sbatto in faccia, che io ho il potere di farlo e tu no"
L’ideologia sottostante è spesso un puro pretesto. Il Verbo di Cristo, la difesa della classe lavoratrice, la difesa dei valori della patria… puoi scegliere dal catalogo quello che ti suona meglio, ma l’atteggiamento dell’ostentazione del potere è sempre il medesimo.
E qui ritorno alla tesi iniziale. Facciamole sapere a tutti, queste cose. Io da sola non ci riesco perché il mio blog non lo legge quasi nessuno, ma se cominciamo a linkarci a vicenda può darsi che le cose si risappiano, che girino… Raccontiamola a tutti la storia di Emanuela, e raccontiamo anche la storia di Sonia Marra…

falla girare
falla girare
così che tutti la possano vedere

martedì 17 giugno 2008

Violacheviola


violacheviola
Inserito originariamente da susannucciauccia
Questa poesia Iris l'aveva dedicata ad una sua amica scultrice. Un giorno ve ne parlerò... Quest'amica vive sui Monti Sibillini, è una gatta soriana, si chiama Tonina Landriscina e scolpisce principalmente figure di donna. Ad una aveva dato nome "Viola", e le aveva cucito un abito di seta violetto.A Iris piacevano le sue opere. Diceva che la ispiravano. E Tonina le aveva promesso che un giorno avrebbe scolpito una donna di nome Iris.


Viola


Ho sognato in una lanterna magica
molto lontana
gallerie nebbiose
e donne di perla che danzavano
piene di fiori viola

Volevo raccoglierli

Si confondono con gli affreschi
Oscillano tra gli archi

Che fiori sono?

Ma il vento le sospinge e io non saprò più

lunedì 16 giugno 2008

Le poesie di Iris

Mia sorella Iris scriveva poesie, quando studiava a Pisa. Forse già ve l'ho detto. Vabbe'. Mi piacevano, anche se spesso non ci capivo niente.
Ne ho pubblicata una tempo fa. "Aurea", s'intitolava.
Adesso voglio presentarvene un'altra. Questa, per lo meno, si capisce.

Ubi sunt?

Al quadrivio stillante
di pioggia recente
molto in alto ho guardato,
ma l'altana di rose gialle
cui per pochi giorni
sempre ho gettato lo sguardo
già aveva disfatto i suoi fiori,
e grigio fumo
e odore di cera
già salivano oltre le foglie
dei giardini intorno a me.

martedì 10 giugno 2008

Non passa lo straniero


L’altro ieri ho dovuto accompagnare la mia amica ramarra Ibadeth in Questura. No, non aveva ammazzato nessuno, si erano semplicemente accorti che è albanese e l’hanno convocata, dicevano loro, per un controllo. Hanno voluto sapere che cosa faceva in Italia, come si guadagnava da vivere, se aveva il permesso di soggiorno e cose così. Certo che ce l’ha, ho ringhiato io. E’ sì venuta illegalmente via gommone, ma poi ha trovato un lavoro regolare ed è emersa. E così suo marito, il suricate Tarquinius. Sa, s’è scusato il poliziotto, dobbiamo controllare, abbiamo ricevuto ordini. Fortuna che Ibadeth è paziente, se avessero convocato Maysa la lince sarebbero stati tritati come hamburger, i questurini.
Sono uscita ringhiando come un martello pneumatico. Non è questo il problema, ha detto Tarquinius. E’ che il governo è stato furbo a far credere che la colpa di tutti i problemi dell’Italia siano gli immigrati. Certo, i disonesti devono andare in galera, di qualsiasi nazionalità siano; ma il governo sta facendo filtrare nella testa della gente (in cui, evidentemente, c’è parecchio posto) che se i prezzi sono aumentati, gira la droga, c’è la criminalità e così via è tutta colpa dello straniero. Come se prima dell’immigrazione in Italia non ci fosse stata delinquenza. Ha detto Tarquinius che la piccola delinquenza è quella che dà più fastidio, perché si vede; la grande delinquenza, invece, sembra non ci tocchi direttamente, pertanto non ci turba. Che importa alla grande massa delle persone della mafia (siciliana, pertanto italiana), della camorra (campana, quindi italiana), della ‘ndrangheta (calabrese, ergo italiana), della Sacra Corona Unita (pugliese, dunque italiana) e dei loro traffici di droga, riciclaggio del denaro lercio, gestione dei rifiuti (ancora più lerci)? Mica le vediamo a occhio nudo, tutte queste cose. (Oddìo, i napoletani un po’ i rifiuti li vedono… e li sentono anche a fiuto). Più facile pigliarsela con la prostituta moldava che mostra le chiappe all’angolo della via, con lo spacciatorello o col ladruncolo da quattro soldi, che magari ci ha sfasciato il finestrino per fregarci roba dall’auto. Quello sì che ci tocca direttamente. Ma il traffico di droga… sì, è una brutta cosa, però non è che il mafioso ti viene a casa o ti frega la roba dall’automobile. E poi… il traffico di droga non lo gestisce mica la mafia, no! Il traffico di droga lo gestiscono i cinesi! Come i cinesi? ho detto a Tarquinius. Lui mi ha detto che l’ha sentito oggi al TG 2. I cinesi. E che novità è? Tarquinius ha sogghignato e ha detto che con la mafia tocca pur convivere; e poi, i cinesi sono anche un po’ comunisti…
Il gruppo sta chiudendo i confini per tener fuori gli altri, perché sente minacciata la sua identità.
Ma se uno ha l’identità, non ha bisogno di chiudere i confini. Non ha bisogno di tenere gli altri fuori. La tua identità non viene minacciata… se ce l’hai.
Se hai un’anima, questa basta a qualificarti.
Se ce l’hai.


mercoledì 4 giugno 2008

Edoardo e Martino


Edoardo e Martino
Inserito originariamente da susannucciauccia

Questi due biechi figuri sono i miei fratelli: Edoardo, l'avvocato (a sinistra) e Martino, il rabbino (manco a dirlo, a destra), che stanno di certo tramando qualche malestro ai miei danni.
Da qualche tempo a questa parte, mio fratello Edoardo sta sempre in terrazza, sulla sdraio, e se la dorme, beato. Niente di grave, si direbbe, ma io non posso fare a meno di pensare a quante volte ho visto Chicca in terrazza, distesa al sole, nella cesta o sulle piastrelle riscaldate dai raggi e ho sentito la Mamma e lo Zio Panda commentare che si godeva gli ultimi caldi, come fanno di solito i vecchi….
E a mia sorella Iris, che nei suoi ultimi mesi socializzava: girava tranquilla per la casa, incurante della presenza dei siamesi – con i quali, di solito, si azzuffava – e si arrampicava sulla spalliera del divano e, diceva lo Zio Panda, sembrava sorridesse.
Edoardo sta facendo dei gesti apotropaici e anche piuttosto volgari; come a dire che sta benissimo, lui (tié), e che se sta fuori in terrazza è perché gli piace la sedia a sdraio che lo Zio Panda vi ha messo, concava e con due cuscini comodissimi.

Oggi è piovuto tutto il giorno, tanto per mutare (quest’anno abbiamo saltato i mesi di aprile e maggio e siamo finiti direttamente a novembre). Iris se n’è andata nove mesi fa e Chicca sette. Ogni tanto guardo la cesta rosa in camera da letto. Da quando non c’è più Iris, non ci ha dormito nessuno, ma la Mamma non l’ha tolta.

martedì 3 giugno 2008

La legge è uguale per tutti... ma per qualcuno è più uguale

Io di legge capisco poco, ma ogni tanto cerco di acculturarmi parlandone con mio fratello Edoardo, che è avvocato penalista. Ieri sera parlavamo di due processi che si sono recentemente conclusi in Italia e li commentavamo con alate parole.
Hanno condannato a sedici anni Annamaria Franzoni, per l'omicidio del figlio Samuele, qualche anno fa.
Se è stata lei, hanno fatto bene. E del resto bisogna avere fiducia nella giustizia, se no stiamo freschi. Se cominciamo a dire che il giudice ha sbagliato, che il giudice è corrotto, che il giudice si è fatto prendere la mano dalla pressione mediatica e popolare, va tutto a catafascio. O ci comportiamo come il dottor Berlusconi, che dà addosso ai giudici quando vogliono condannarlo per qualcosa. [Ma i giudici che gli hanno salvato Retequattro scommetto che per lui sono persone perbene...].
Qualche giorno fa hanno condannato a trent'anni Antonella Conserva, per la parte avuta nel rapimento e l'uccisione del piccolo Tommaso Onofri, l'anno scorso.
Il giudice era diverso, diverso era il caso, per cui non mi metterò a discettare sulla diversità della pena (sedici anni alla Franzoni che ha assassinato il figlio, trenta alla Conserva che è stata complice del delitto; certo, il caso della Conserva era più odioso, l'ha fatto per soldi, mentre la Franzoni l'avrà fatto, presumo, in un raptus di follia; ma io di legge non ci capisco un tubo). Qualcosa, tuttavia, vorrei far notare:
1 - la cricca Alessi-Conserva-Raimondi l'hanno sgamata subito e la condanna è arrivata con ragionevole celerità; la Franzoni è stata subito sospettata, ma trattata coi guanti, la condanna rimandata e rimandata...
2 - c'è stata gente che ha avuto l'idea luminosa di proporre che la Franzoni, pur condannata per omicidio, debba essere liberata per accudire i suoi piccoli figli. E la Conserva no? anche lei ha un figlio piccino! al quale, oltre tutto, non ha mai fatto nulla. E tutte le mamme che stanno in galera? La mamma di Mirko, la mamma della piccola Vittoria messa in lavatrice... Se liberassero la Franzoni, dovrebbero essere liberate anche loro... o no? Perché la grazia alla Franzoni? Perché fa parte di una famiglia ricca, perché è stata difesa da Carlo Taormina (l'avvocato di Berlusconi)?
Quello che mi lascia sconvolta è che questa proposta è venuta, fra gli altri, anche dal quotidiano "Liberazione", giornale di Rifondazione Comunista.
Che gli ha preso, ai comunisti? Oddìo, me lo son chiesta tante volte, e non solo per la Franzoni...
Insomma: quando andavo a scuola e studiavo i Promessi Sposi, si parlava tanto della legalità disprezzata, delle gride, dello scarso senso dello Stato nella Lombardia del Seicento dominata dagli Spagnoli... Non voglio dire che da allora non abbiamo fatto progressi, per carità; ma mi pare che sia lunga, la strada, per far acquisire agli Italiani il senso della legalità. E anche per farli uscire da questo familismo amorale, da questo mammismo a tutti i costi, secondo i quali: a) una mamma non può assolutamente aver ucciso un figlio; b) se anche lo avesse fatto, non deve pagare perché è una mamma.
Ho l'impressione, talvolta, che basti dire la parola "mamma" per coprire le peggiori nefandezze...