domenica 13 giugno 2010

Cornalba Ultraviolet




A Volusia si può sentire e vedere solo Cornalba Ultraviolet, la cui sede potete ammirare nella foto sopra.
Si definisce "l'unico network veramente libero" ed è gestito da un gruppo di ergastolani - incarcerati per i reati più fantasiosi - che trasmettono programmi rivoluzionari e altamente trasgressivi in quanto, sostengono, non hanno gran che da perdere.
Aurinca mi ha detto che ascolta sempre i loro programmi radiofonici mentre cucina. Cucina solo a casa (l'altro giorno preparava il "cotechino in galera"), in quanto le autorità non hanno ritenuto consigliabile farle esercitare il precedente mestiere e le fanno seguire un corso di formazione per Installatore di radio nelle bare (pare che sia l'affare del momento, la cassa da morto munita di apparecchio radio atto a scongiurare il seppellimento prematuro).

giovedì 10 giugno 2010

domenica 6 giugno 2010

Le strutture di Volusia



I carcerati sono liberi di circolare all'interno di Volusia perché la città è cinta da solide mura e sbarrata da robustissime porte. Quando la donnola Aurinca Lacusta è stata accompagnata a Volusia dalle guardie carcerarie perugine, è stata cordialmente scaricata all'entrata e le è stato consigliato di seguire le indicazioni dei cartelli stradali, che sono ben tenuti, aggiornati ed offrono, come si vede dalla foto a destra, informazioni assai circostanziate.


Volusia è, come dicevo, completamente sovvenzionata dal Governo, che non lesina finanziamenti oculati per il soggiorno dei detenuti e per il loro recupero alla vita civile. Nella recente finanziaria è incluso un sostanzioso pacchetto per dotare la città di Volusia di strutture moderne e all'avanguardia, come il Centro Accettazione e Smistamento che si può ammirare nella foto a sinistra...

venerdì 4 giugno 2010

Volusia


Volusia
Inserito originariamente da susannucciauccia

In Umbria c'è una terza provincia, di cui solitamente nella cartine si tace. E' la città di Volusia, che è un po' come Anagoor... solo che non è che la gente si accampi intorno alle mura per tentare d'entrarvi.


Nella foto potete ammirare (?) la porta di Volusia. Se pensate che non sia un gran che, aspettate di aver visto l'interno della città e vi ricrederete. Volusia è il luogo dove vengono spediti coloro che hanno commesso un crimine, hanno passato un congruo periodo di tempo in galera e sono ora reputati meritevoli di contribuire al benessere della regione lavorando nella città. E' lì che ai primi di giugno è stata trasferita Aurinca Lacusta, ve la ricordate? la cuoca moldava che dimorava a casa di Ibadeth e Tarquinius l'anno scorso, soffriva di concretismo (era incapace di comprendere le metafore e pigliava tutto alla lettera) e, volendo preparare una teglia di strozzapreti, aveva tentato di strangolare il vecchio buon parroco di Casemasce. L'anziano religioso s'era difeso stordendola con un tabernacolo d'argento del Seicento e aveva chiamato i Carabinieri: la povera cuoca era stata condotta in carcere e processata dopo qualche mese.


Le autorità ritengono che a Volusia possa estrinsecare compiutamente la propria opera a vantaggio della comunità. La città, come vedremo, è bella ed accogliente, fornita di tutti i servizi essenziali e non, e riceve dal Governo parecchie sovvenzioni che le consentono di migliorare gradatamente il benessere e la comodità degli abitanti.



mercoledì 2 giugno 2010

Bagni di vento


Agriturismo "'Bruttmale"
Inserito originariamente da susannucciauccia


Ieri Tarquinius ed io abbiamo accompagnato Lucy K.K. che doveva presentare le sue marmellate ad alcuni agriturismi umbri.
Premesso che negli ultimi anni in Umbria ci sono più agriturismi che case normali, non è un fenomeno che mi dispiaccia: mi metterebbe molta più tristezza girare per le campagne e vedere vecchi casolari in rovina invasi da fichi pertinaci e ortiche palestrate. Che c’entra, preferirei vedere casolari in piena attività, ma se codesto non si può avere, ben vengano gli agriturismi. Quello però che abbiamo visitato ieri – e che potete ammirare in foto - è veramente peculiare. Si chiama “La pescolla” (che credo significhi “la pozzanghera”) ed è gestito da una volpe ed una faina… il che avrebbe forse dovuto metterci sull’avviso… ma le due hanno subito acquistato vari chili delle marmellate di Lucy, per cui non ci siamo messi a formalizzarci troppo.
La volpe si chiama Lavinia Sottocasa e viene da Roma; la faina si chiama Ascalona Brambilla e viene da Milano. L’agriturismo è segnalato da una sfranta freccia di legno che annuncia criptica “Teatro del Bruttomale Meditativo” e spedisce in mezzo a sentieri sconnessi e forre invase da acqua stagnante. Nell’atrio dell’edifizio si viene accolti da miriadi di candele accese e dépliant che offrono corsi e specialità varie, quali bagni di vento, impacchi di fieno, infusi di pisciacane, vino di fungo, digiuno terapeutico, corsi di sassoterapia e meditazione etrusca mediante l’abbraccio degli alberi.
Mentre tornavamo a casa, Lucy ha commentato diplomatica che ciò che l’agriturismo offriva le era parso insolito; quando ci siamo fermati a comperare del vino (d’uva, stavolta, non di fungo) presso un altro agriturismo, abbiamo appreso altre gesta delle due intrepide imprenditrici. A noi Ascalona Brambilla aveva detto che era stata dirigente d’azienda nel Milanese e che s’era licenziata per ritrovare una dimensione dello spirito più consona ai ritmi naturali; ma ci hanno informati che era dipendente della Microsoft ed era stata cacciata a calci nel sedere perché si serviva delle sue conoscenze informatiche per inserirsi nelle caselle di posta altrui, cambiar loro la password e organizzare false vendite di Ipad.
Lavinia Sottocasa, dal canto suo, era reduce da un anno e tre mesi di carcere. Pare avesse lavorato a lungo in un’associazione di volontariato, chiamata “I Liutai”, che raccoglieva fondi organizzando banchetti nelle piazze delle città, fermava la gente che passava e chiedeva loro “una firma contro la violenza” (oltre, ovviamente, ad un sostanzioso versamento in denaro, lasciando intendere agli sbalorditi passanti che, avendo firmato, sarebbe stato il caso che versassero, altrimenti…). Pare che l’anno scorso un coraggioso viandante le avesse chiesto a chi diavolo venissero spedite le “firme contro la violenza” e che la volpe, infuriata da tanta mancanza di fiducia, lo avesse aggredito con lo stendardo dell’associazione pacifista procurandogli ferite lacero-contuse al lobo occipitale sinistro.