domenica 16 dicembre 2007

Food Farm e relativo viale di pini


Il Pino 2
Inserito originariamente da susannucciauccia

La FoodFarm


La FoodFarm
Inserito originariamente da susannucciauccia
Aiuto! Sono ancora sbronza da ieri sera, allorché si è data la mega-inaugurazione della Food Farm! Ben presto vi racconterò le inenarrabili gesta che ivi si verificarono... anche se Megalo mi fa notare, piuttosto acidamente, che se sono inenarrabili potrei anche fare a meno di narrarle...

venerdì 14 dicembre 2007

Il giardino di Susanna


Susanna mimosa
Inserito originariamente da susannucciauccia

Non posseggo un parco né un giardino all'italiana, come si suol dire. Italiano è italiano (del resto vivo in Italia, grazie tante). Questo è il mio giardino... al massimo ci coltivo la Maria insieme a Ibadeth. Avevo pensato di far credere che fosse una mia foto presa nella giungla, ma penso che il vaso sottostante avrebbe originato qualche dubbio sulla mia bona fide.
Se ci fosse ancora Iris, mi sarei almeno fatta insegnare come modificare le foto digitali... ma Iris non c'è più e, in ogni caso, non so se si sarebbe prestata alla frode.
Non credo.

giovedì 13 dicembre 2007

Elogio funebre della Chicca


Lo spiritello
Ieri ero rientrata da una serata in provincia di Arezzo e in casa tutti già dormivano. La casa era già parzialmente addobbata per Natale. Era accesa solo la lampada a colonna dietro lo scrittoio. La casa era piena d’ombre. Dietro lo scaffale una tenue luminescenza verde acqua. Iris
I contorni erano sfumati, era incorporea. Dietro a lei, due occhi azzurri.
Uno spiritello. Chicca, la vecchia Chicca. Nel frattempo se n’è andata anche lei, dopo diciotto giorni di quieta agonia.
- Chi siete, i fantasmi dei Natali passati? –
- Spiritosa – Chicca mi ha fatto un soffio ed è scomparsa dietro l’albero di Natale.

Eppure le volevo bene. Anche se con noi era tutt’altro che cordiale. Tollerava Martino, andava d’accordo con Edoardo, ma non si può dire che fossero amici.
Gatti siamesi, li chiamano, anche se non c’entrano niente col Siam: sono di fabbricazione inglese, si dice. Ora li chiamano "Thai".
Allora perché diceva d’essere magrebina?
Ne diceva tante…
Stava per compiere vent’anni, quattordici dei quali passati in casa della madre dello Zio Panda, la Signora Elena, una signora gentile e di buon gusto (perché amava i gatti, naturally), leggeva gialli e cucinava minestre di cereali. Cinque anni fa, la Signora Elena è morta di tumore alle cellule di Schwann, suo marito se n’è andato e Chicca e suo figlio Charlie (o Kameela e Jalal, come amavano farsi chiamare) erano venuti a vivere con noi.
Sono vissuti con noi cinque anni. Mi sembrano tanto pochi.
Un’altra cosa che si dice è che i siamesi non mangiano pesce. A Chicca, invece, piaceva da matti. Spesso prendeva la sua spider e se ne andava a Marina Romea, a farsi una scorpacciata di pesce alla "Cubana" insieme al suo papà adottivo.
Soffriva d’insufficienza renale cronica. Praticamente i reni non le funzionavano ed è morta avvelenata. La malattia le era stata diagnosticata cinque anni fa, e la prognosi era che sarebbe andata avanti al massimo per cinque anni… come è in effetti successo. Quando un gatto ha l’insufficienza renale cronica non c’è molto che si possa fare, tranne fargli sempre trovare acqua fresca, dargli uno speciale tipo di spezzatino (GD, Renal) ed evitare cibi proteici come carne o pesce (capirete, che gli dai a un gatto, la macedonia di frutta?). E se mancano le proteine, manca anche il tono muscolare. Chicca infatti era piccolina, esile e morbida.
E ringhiosa, ma intelligente e, a modo suo, una vera signora. Non polemizzava mai per avere il pranzo, come fa di solito Edoardo (detto "Miles Standish Rice, l’Affamato"), ma si metteva seduta, composta e silenziosa, di fronte al frigo; e aspettava.
Spiritello, la chiamava la Mamma. Diceva che attraverso i suoi occhi la Signora Elena la guardava. Durante le serate estive, la Mamma e la Chicca si sdraiavano in terrazza sotto il cielo stellato a guardare le colline e aspettavano che la Signora Elena transitasse nell’oscurità, fra le nuvole.
Mi sono resa conto che stavo da sola accanto alla libreria, nel buio, a ricordare i miei amichevoli fantasmi. Ho dato un’occhiata al luccichìo argentato dei fili dell’albero e alla lampada in fondo alla sala. Ibadeth stava raggomitolata dentro la capanna del Presepe sulla mensola, accanto al Bambino. Mi ha guardato con occhi frangiati da lunghe ciglia e si è rimessa a dormire. Ero stanca. Sono andata nella mia camera, sotto il letto della Mamma, pensando che la cosa era… come dire?… un tantino blasfema?

domenica 2 dicembre 2007

Le rotonde comuniste


Roundabout

Parlerò di te
Con gli amici miei,
quando sarai lontano….

Questa non l’ha scritta Jerry, è di Gilda Giuliani, e me la canta sempre mia sorella Megalo quando vado a trovarla a Marsciano.
Megalo è una gatta persiana nera. Come fa, dite, ad essere mia sorella? La mia vera madre era una gatta persiana, ça va sans dire. Megalo vive a Marsciano, è stata adottata dalla signora Galiana, una ex-allieva della Mamma quando insegnava alle scuola serali, e da Gloria, sua figlia. E’ fissata con Gilda Giuliani, è iscritta al Fan Club e va sempre ad assistere ai suoi concerti (che, ultimamente, non sono tanti, peraltro). Di professione fa l’avvocato divorzista e lavora nello studio legale di mio fratello Edoardo; tuttavia, non ne condivide le idee politiche. Megalo, infatti, è comunista e, quando lei ed Edoardo sono in pausa e vanno a pranzo al "Salice Verde" non fanno altro che discutere e non di rado lanciarsi stoviglie.
Ultimamente, Edoardo ce l’ha con le rotonde. O rotatorie, che dir si voglia.
E’ sua ferrea convinzione che gli enti locali debbano spendere il meno possibile per la cosa pubblica; per lui i Comuni dovrebbero limitarsi ad un’appena dignitosa manutenzione di strade, fognature ed edifici d’uso comune, senza sprecare denaro in quisquilie tipo sanità, trasporti, turismo o cultura e, soprattutto, senza tartassare i poveri cittadini con gabelle e balzelli iniqui e voraci. Bersaglio dei suoi strali velenosi sono in primis il nuovo minimetro, che sta per essere inaugurato a Perugia (oddìo, la frase è iperbolica: è una storia infinita, il minimetro sembra la previsione della fine nel mondo nelle profezie dei Testimoni di Geova, la spostano sempre un po’ più in là) e, soprattutto le rotatorie che in parecchi incroci stanno sostituendo i semafori. Mia sorella Megalo gli ribatte, manco a dirlo, colpo su colpo (e talvolta non solo metaforicamente): ella sostiene che le rotonde snelliscono di molto il traffico, fanno risparmiare energia elettrica e offrono un colpo d’occhio migliore, con le loro aiuole bordate di fiori, di cespugli d’erbe aromatiche, qualche olivo, qualche opera d’arte concettuale. Qualcuna ha addirittura la fontana! E questo mi sembra un po’ esagerato; quanto verrà a costare una fontana, cinquantamila euro? Magari si poteva destinarli a qualcos’altro, un macchinario per l’ospedale o qualcosa di utile… Ma non divaghiamo, se no attizziamo ulteriormente l’astio di Edoardo nei confronti delle rotonde. Fontane a parte, a me le rotonde piacciono, sono con Megalo quando dice che sono utili e per di più graziose; ma Edoardo quando le sente nominare o ci deve girare attorno con la sua Mercedes diventa una bestia – ed essendo un gatto non fa molta fatica, a mio parere.
"I comunisti!" ruggisce. (Dove li vedrà i comunisti, vorrei tanto sapere. Ce ne saranno rimasti una cinquantina in tutta la regione).
"Le rotonde!" ulula.
E poi, perfetta triade hegeliana stile tesi-antitesi-sintesi: "Le rotonde comuniste!!!!"
Insomma, pare che per lui i comunisti non sappiano fare altro (oltre che far pagare tasse ai poveri industriali e agli infelici capitalisti) che costruire rotonde per ogni dove. O che le rotatorie le costruiscano solo i Comuni governati dalle sinistre, non so. Lui vede questo misterioso e sotterraneo legame tra comunisti e rotatorie. Megalo tuttavia una volta mi ha spiegato che, secondo lei, Edoardo ha ragione, che un legame c’è. Quale sarebbe? Il semaforo è di destra, dice lei. Tu lo vedi, ti dà un ordine, a seconda del colore. Ti comanda di fermarti e ti dice lui quando ripartire. Tu devi solo obbedire e non preoccuparti d’altro. La rotonda, invece, presuppone certo che tu segua delle regole (nel loro caso, una sola: chi viaggia al centro della rotatoria ha sempre la precedenza), ma che debba essere tu a capire quando è il caso di passare, cooperando con gli altri automobilisti per la gestione di entrate ed uscite. Quindi sì, da questo punto di vista la rotonda è collettivamente autogestita ed è certamente di sinistra…
Io e Megalo ci ridiamo spesso, e anche la Mamma e lo Zio Panda, che hanno inventato un gioco, quello di individuare la rotonda più bella, che, manco a dirlo, sarà quella più comunista. "Guarda com’è comunista questa rotonda" dicono, di una rotatoria particolarmente leggiadra. "Questa è socialista" se la rotatoria in questione è carina, ma niente di che. "Questa è una rotonda extra-parlamentare!" una volta che ne hanno vista una (quella di Marsciano prima del ponte sul Nestore, tanto per non fare nomi) particolarmente stipata di fiori, cespugli e fontana.
(Qualcuno di voi ne ha individuata una particolarmente comunista? Mandatemela, specificando il luogo e le vostre generalità e, possibilmente, allegando una foto del roundabout in questione. Non vincerete un tubo, naturally, ma contribuirete all’edificazione di un grande collage interattivo che io e Megalo abbiamo intenzione di regalare a Edoardo per Natale… anche se, senza l’ausilio di Iris, non so come faremo… Ci aiuterà lo Zio Panda, se è in buona. Ci pensate, che smatro? Una serie di icone a grandezza diseguale raffiguranti rotatorie; in mezzo, cartigli con falce e martello e, sullo sfondo, gli argentei vagoncini del minimetro che volteggiano tra le nuvole…
Gli piglierà male, già me lo vedo).