Ci ha preso gusto, la visoncina Lucy K.K. a redigere la lista delle cose che detesta, ed ecco che ve ne propone un'altra camionata.
Non ha incluso che odia le pellicce di visone per comprensibili motivi.
In compenso non odia la neve... mentre io sì. Ma si sa, lei è un visone, io una ramarra.
Io odio (dice Lucy):
11) Le scatole di cartone in cima ai mobili di casa: fanno tanto retrobottega, tanto provvisorio...
12) Quelli che dicono che si stava meglio quando si stava peggio.
13) Quelli che dicono che i politici sono tutti uguali.
14) Quei distinti signori che alle tesi di laurea intonano: "Dottore! Dottore! Dottore del buco del cul, vaffancul, vaffancul...". Certamente, diverso sarebbe se il tizio si fosse laureato in medicina con una tesi in proctologia: in quel caso la melodia sarebbe appropriata.
15) Le pantofole a forma di muso di animale. Essendo io un animale...
16) Gli applausi sugli aerei, come suggerisce Stéphanie la cincia. Che cappero ti applaudi? La volontà di una divinità capricciosa che per questa volta ha benignamente deciso di non levarti dal mondo?
17) Le mamme che incominciano i discorsi con la pietosa frase "Io, come mamma...." e aggiungono di solito una cosa terrificante che, se proposta da qualsiasi altra categoria, sarebbe bollata con gli epiteti più sanguinosi. Quasi che la maternità fosse il paravento di tutte le nefandezze. "Io, signora, come mamma non potevo non accompagnare mio figlio a spacciare la droga nei vicoli, poverino, di notte dopo come faceva a tornare a casa, pigliava freddo..."
18) Di seguito al comma precedente, le persone che in TV, commentando la sparizione di una donna, affermano proterve che la tipa in questione "non può assolutamente essere andata via volontariamente, è una mamma, mai avrebbe lasciato i suoi figli...". Quando sento frasi siffatte, ricordo sempre la Franzoni che fece secco il povero figliolino a vasate, la tizia che mise la bimba di otto mesi in lavatrice, la sciagurata che l'estate scorsa, alla spiaggia della Feniglia, annegò il pargolino di sedici mesi tenendogli la testa sott'acqua dal canotto, e via truceggiando (voce del verbo truceggiare). Lo so, simili disgraziati accadimenti sono una sparuta minoranza, ma un po' meno di melassa familistica non sarebbe male...
19) Quelli che a tavola si alzano ogni due per tre e se ne scompaiono nella profondità dell'appartamento a far chissà cosa, lasciandoti come un baccalà di fronte al desco solitario.
20) Quelli che ce l'hanno con gli stranieri perché "non si capisce quel che dicono, in piazza e per strada si parlano tra di loro e dicono cose insensate, sembra che ti prendano per il culo..." E come no, ci son venuti apposta, dalla Moldavia, dalla Colombia o dal Maghreb per sciorinare cascate di sillabe a casaccio e vedere che faccia fai...