Nell’impero romano del II sec. d. C. si celebrava, il 5 di marzo, una solenne festività dedicata alla Dea Iside: il "Navigium", il vascello di Iside…
No, non mi sono data alla mitologia né tampoco all’esoterismo (figuriamoci, me ne guardo bene. Poi non ci ho la capacità d’astrazione, o no?), queste sono le cose che piacciono a Maysa. Maysa la lince è una bellydancer, cioè una danzatrice del ventre. Come hobby, naturalmente: di norma fa l’analista in un laboratorio, ma per suo diletto si dedica alla danza orientale (ha studiato per anni con Jalila delle Follie d’Oriente) e, ultimamente, alle coreografie presso i teatri più alternativi off-off-off-parecchio off della città. Il bello è che le danno pure retta, non so come fa; a parte che ha un caratteraccio, che è sempre sotto farmaci perché ci ha la sindrome di Tourette dal lunedì al venerdì (il fine settimana deve fare la percussionista e la sindrome di Tourette non la ostacola, anzi); che a seconda di come le gira, della direzione del vento o di chi sa quali congiunzioni astrali decide se essere cristiano-maronita o musulmana... domando e dico, come si fa a dar retta a una così? Che affidabilità ti dà una banderuola del genere? Se glielo dico, mi sento dire, fra urli e maledizioni fenicie e bestemmie assiro-babilonesi, che sono rigida, che sono una borghese del cazzo (l’avesse sentita la Iris!) e che mi accontento di una vita mediocre. Io. Susanna von Strohmenger, rockstar in spe e stella del liscio in pectore (non so che cosa vogliono dire siffate espressioni, me le ha suggerite Martino). Vabbe’, sciroppiamoci pure Maysa la lince, pace e amore è il mio motto… Maysa, dicevo, scrive coreografie per spettacoli di danze orientali e ha fondato un gruppo di danza formato da quattro ballerine quattro, dal suggestivo nome "Le Ametiste del Nilo", che adesso sta girando per i circuiti alternativi della regione proponendo uno spettacolo intitolato, appunto, "Navigium Isidis". Io le ho suggerito di cambiare titolo, perché l’idioma latino secondo me dà più l’idea di una sacra rappresentazione o di uno spettacolo di canti gregoriani; ma quando Maysa ha iniziato a ululare e il suo pelo maculato a schizzare in tutte le direzioni, mi sono affrettata ad assicurarle che era assai evocativo e che tutti avrebbero capito al volo di che si trattava.
Non so se conoscete la storia di Iside e Osiride. Iside è una dea nata in ambito mediorientale (sumera, assira, egiziana e chi più ne ha più ne metta), che presso la mitologia greco-latina è nota col nome di Cerere o Demetra, anche se patisce vicende abbastanza diverse. Iside ha uno sposo, Horus, Osiride, so un accidenti, il quale a un certo punto muore assassinato dal fratellastro Seth. Fra l’altro, anche Iside era sorella di Horus o forse sua mamma, boh… gli egiziani non facevano caso a piccolezze quali i connubi incestuosi e mostravano, a mio avviso, scarsissimo senso dei legami familiari. Insomma, Seth fa secco Osiride e lo sigilla in un sarcofago, indi lo getta nel fiume, dopo di che Iside vaga per le paludi su una zattera di papiro per cercarne i pezzi (che, se non sbaglio erano quindici; Iside ne trova solo quattordici e indovinate quale mancava? Il pisello, naturlich. Maysa ha tuttavia sorvolato su questo particolare nello spettacolo che ha presentato). Bon, alla fine lo trova e lo rianima, il che sembrerebbe simboleggiare la morte e la rinascita delle stagioni. Non mi ricordo come rimedia all’assenza del pisello e lo spettacolo, a tal riguardo, non è illuminante.
Questo è il canovaccio di uno degli spettacoli ideati da Maysa, che è stato presentato in occasione della grande inaugurazione della Food Farm… Quando io ho obiettato che il "Navigium Isidis" con i prosciutti aveva poco a che spartire, Maysa ha afferrato la scimitarra che costituiva uno degli attrezzi dello spettacolo e ha cominciato a rotearla sopra la mia e la sua testa; al che, io mi sono affrettata a sostenere che il legame tra le tematiche della morte e della palingenesi e i salumi era così palese che non vi era chi non avrebbe potuto scorgerlo…
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