giovedì 24 marzo 2011

La triste storia della nave Sémillante

E questa è la storia che, seduta di fronte ad un minuscolo cimitero, ho raccontato la scorsa domenica a Pinca e Pallina.
Nel 1853 la Russia, bramosa di estendere la sua influenza sul Mar Nero e sul Mediterraneo, dichiarò guerra alla Turchia. Pensava evidentemente di spicciarsela in pochi mesi, ma il conflitto si trascinò per parecchi anni (Vedi il giudicio uman come spesso erra!) e ne fecero le spese i poveri abitanti della Crimea - perché mica erano sceme, la Russia e la Turchia, che combattevano sul proprio suolo. Visto che la faccenda non si schiodava, sia la Russia sia la Turchia si misero a cercare freneticamente alleati: la Francia, l'Inghilterra e il Regno di Piemonte (e capirete) si schierarono con la Russia, dopo avere fatto bene bene i conti per vedere se gli conveniva.
Questo è l'antefatto.

Nell'inverno del 1854 una corvetta diretta in Crimea partiva da Tolone e passava per la Corsica. Nell'attraversare le Bocche di Bonifacio, la nave fece naufragio presso le Isole Lavezzi, ma l'equipaggio riuscì a salvarsi e fu ospitato per qualche giorno a Bonifacio, presso gli abitanti del luogo, fino a che non arrivarono mezzi dalla Francia e sia soldati sia marinai furono riportati allegramente (si fa per dire) in patria.
Il 14 febbraio dell'anno dopo settecento uomini, tra cui gli stessi militari scampati al disastro (non gli era bastata, evidentemente), salirono sulla nave Sémillante, con la stessa destinazione: Odessa, in Crimea.
La mattina del 15 febbraio la nave si trovava di nuovo nei pressi delle Bocche di Bonifacio dove, tanto per mutare, si scatenò una tremenda tempesta. e si addensò una fittissima nebbia. Probabilmente la Sémillante perse il timone e a mezzogiorno (benché la caligine fosse tale che pareva mezzanotte) fu trascinata a folle velocità verso le Isole Lavezzi, dove si sfracellò. Cadaveri e rottami furono spinti verso le isole vicine e, quando la tempesta si placò e gli abitanti compirono il pietoso ufficio di raccogliere i defunti, riconobbero parecchi di quegli ufficiali che avevano ospitato qualche mese prima, quando erano scampati all'altro naufragio. Quando si dice la sfiga... io non credo al destino, ma certo viene da pensare che qualcuno avesse decretato che quei poveretti dovessero morire proprio lì, schiantati nel Mediterraneo, che di solito passa per un mare tranquillo ed accomodante.
Solo 560 corpi furono ritrovati e sepolti nel cimitero di una delle Isole Lavezzi.
Le gemelline mi guardavano allibite; Tarquinius borbottò che, se questi tizi erano diretti in Crimea, era altamente probabile che facessero in ogni caso una brutta fine...

(Se volete leggere la storia scritta da qualcuno che ha più garbo di me nel narrare, leggete il capitolo intitolato "L'agonia della Sémillante" in Lettere dal mio mulino, di Alphonse Daudet. E se volete vedere una bella foto cimiteriale scattata da una simpatica blogger, cliccate qui:










6 commenti:

il monticiano ha detto...

Un post veramente interessante.
Immagino che Pinca e Pallina siano state lì a bocca spalancata per l'intera durata del tuo racconto.

Ma Lamarmora non aveva nint'altro da fare?

Anonimo ha detto...

Le Bocche di Bonifacio le conosco bene...un primo dell'anno ebbi la malaugurata idea di attraversarle per andare in gita in Corsica, con le onde che sommergevano il traghetto e la gente color verde rame che correva disperata ovunque.
Mai sottovalutare le forze della Natura, lo sanno bene i giapponesi in questi gg purtroppo....
Bella la foto del post precedente, molto commovente.Ne hai altre?
Annalisa

bussola ha detto...

il destino è il destino.....

certo però pure loro.... se la son cercati....

e Pinca e Pallina? dopo il racconto hanno dormito sogni tranquilli?

Kylie ha detto...

Una storia sfortunata... di sicuro un segno del destino, avrebbero dovuto abbandonare l'impresa.

Baci e buon venerdì!

Lyppa ha detto...

E' proprio vero che a volte la vita di dà dei segni inequivocabili...
Lo dicevo anche alla mia amica che si ribaltò con la 500 un mese prima di sposarsi con un buzzurro (e la storia merita di esser conosciuta!). Lei non volle sentir ragioni, spostò la data, lo sposò uguale e... (e caso mai tu volessi sapere come è andata, ho tutta la saga già pronta da farti leggere!)

A parte le bischerate, fossi stata Pinca non avrei più dormito sonni tranquilloni, mentre se fossi stata Pallina mi sarei rifiutata d'ora innanzi di compiere traversate marittime...
Aspetta, anche questa era una bischerata.

No, via, se mi metto a dire cose serie stasera piango.

Susanna ha detto...

Perché piangi, Lyppa? Dillo a zia Ibadeth...