mercoledì 12 giugno 2013

Fabiamaria e il terreno fantasma


Anche Fabia, la gatta certosina che danza col nome di Aysel, si è detta disposta a contribuire alla serie dei mini-misteri inaugurata dalla povera Susanna.
Ricordo che Fabia si chiama Fabiamaria Baldoncini Bellaveglia e vive a Passignano sul Trasimeno, dove gestisce una latteria-yoghurteria. Ieri è venuta a trovarci con una torta gelato allo yoghurt e alle pesche, fatta dalle sue grigie manine, e ci ha narrato che un anno fa aveva ricevuto una telefonata poco chiara da tale Guerrino Saltafossi di Sanguineto (vicino Tuoro), che si era proclamato suo parente e le aveva fatto una proposta.
 
                                                            (veduta della torre di Sanguineto)
 
Il tale si era dichiarato un ragioniere impiegato preso una immobiliare locale e le aveva proposto di comperare, per la somma di euri seimila al metro quadro, un terreno che Fabia possedeva sulle rive del lago, non lontano dal raccordo autostradale, insomma, una pedata.
 
Per chi non è del luogo, si definisce pedata "... la parte dei terreni, che confinano con il Lago Trasimeno e alternativamente si trovano sommersi o emersi a seconda del crescere o decrescere del livello dell'acqua [ ...].  La pedata consisteva in un quadrato di terra con il lato di piedi dodici, ossia 144 piedi quadrati, ciò che costituiva un cospicuo patrimonio per estensione (circa 400-500 ettari) e ricco per la resa delle erbe palustri (cannucce, pagliola, giunco da fiscoli, cannellone, ecc.), più le altre erbe da foraggio e da strame."
 
Il tale Guerrino Saltafossi aveva continuato dicendosi quasi certo che la giovane Fabia non utilizzasse gran che questa sua piccola proprietà, che lui possedeva delle pedate confinanti e che riteneva di farle un'offerta congrua con la sua proposta di acquisto.
 
Senonché Fabia aveva dichiarato di non possedere alcunché sulle rive del lago (né da altre parti, volendo precisare).
Il Saltafossi aveva insistito. Fabia possedeva una pedata sulle rive del Trasimeno, presso Tuoro, proprietà che le derivava dall'eredità della nonna paterna, Isolina Baldoncini, deceduta verso la fine degli anni Dieci.
Fabia aveva ribattuto che l'unica eredità ricevuta dall'ava erano ventimila euro ed un anello con corallo. Del resto, se veramente avesse ricevuto un terreno in eredità, qualcuno avrebbe dovuto dirglielo, no? Sarebbe stata convocata da un notaio. Avrebbe dovuto firmare qualche documento. Ci avrebbe dovuto pagare le tasse. Insomma, in qualche modo ne sarebbe venuta a conoscenza. O no?
 
Il Saltafossi l'aveva invitata a consultare il catasto e aveva reiterato  la sua offerta d'acquisto.
 
Perplessa, Fabia aveva telefonato ad una sua zia, la quale la aveva messa in guardia nei confronti di Guerrino Saltafossi, che era effettivamente un loro parente, ma un po' losco, come dire; era effettivamente ragioniere, ma l'immobiliare presso cui lavorava era sempre la sua: nel senso che lavorava in casa, dove si occupava di tasse, 730, rendite catastali, IMU e piacevolezze simili. In tutti i modi, la zia le aveva confermato che la nonna Isolina aveva posseduto sì, delle pedate, ma che le aveva lasciate tutte in eredità a lei (la zia), che le aveva già vendute. E non certo a seimila euro il metro quadro, ma al doppio.
 
Le ho chiesto se fosse mai andata al catasto per verificare se veramente era proprietaria di un terreno. "Mai" aveva risposto la gatta certosina "Ho fatto una telefonata al catasto e mi hanno detto di andar là e fare una richiesta - scritta e a pagamento - e che, in ogni caso, avrei dovuto dir loro dove precisamente fosse questo terreno. Io ho replicato che era quello il punto: che non lo sapevo. Che non sapevo neppure di averlo, questo pezzo di terra. Loro si sono messi a ridere e mi hanno detto di non poterci fare niente... E dopo ho pensato un'altra cosa.... e se poi scoprivo che per davvero ce lo avevo, che non ci avevo mai pagato le tasse e che magari lo Stato me le rivoleva tutte insieme?..."

Io le ho detto che mi pareva una paranoia improbabile, ma in effetti mi sono chiesta per quale motivo il Saltafossi se ne fosse uscito con un'offerta così chiaramente insensata. Da chi aveva avuto la notizia che Fabia possedeva il terreno? E se sapeva che Fabia non aveva nulla, che senso aveva quella proposta?
"Hai saputo più niente da questo tizio?" le ho chiesto poi.
"Assolutamente nulla" aveva risposto Fabia. "Dopo aver detto che mi avrebbe ricontattata, non si è mai più fatto vivo..."
 
 
 
 






4 commenti:

il monticiano ha detto...

Scusa ma come è possibile che Fabiamaria Baldoncini Bellaveglia quando un anno fa ricevette quella strana telefonata a sentire solo il cognome Saltafossi non si fosse subito accorta che era tutta una bufala? Eppure la cara Fabia appartenendo ad un casato così nobile doveva accorgersene.

Anonimo ha detto...

Neanche io mi sarei accorta che il nome del sedicente ragioniere era tutto un programma.
Forse aveva chiesto in giro a chi apparteneva la pedata di suo interesse e qualcuno lo aveva informato erroneamente?

annalizard ha detto...

Ma Fabia e' adottabile? Mamma mia quanto e' bella!
Mi hai ricordato la storia che mi ha raccontato una sera un amico su una telefonata ricevuta in albergo mentre era fuori per lavoro. Una storia inquietante e misteriosa come quella della gatta certosina.
Ancora oggi inspiegabile.
Annalisa

Lypsak ha detto...

Vedo la gente losca che emerge dalle acque nebbiose del Trasimeno all'alba...
Io consiglierei di dargliela al Saltafossi una bella pedata, anche a gratis e indipendentemente dal fatto che ne sia davvero la proprietaria o no. Che poi, la pedata, quando l'hai presa te la tieni...