Non sarà l'anno della fine del mondo, come avrebbero preconizzato i Maya, ma è fuor di dubbio che è stato un anno di melma. E non è neppur finito. E' quello che mi preoccupa.
Dopo avere corso avanti e indré dall'Italia all'Albania per assistere le mie vecchie zie inferme, siamo partiti per la Terra di Gondwana per essere vicini al padre di Tarquinius, che alfine è serenamente spirato.
La vita ti dà tanto (e mica sempre); poi comincia a toglierti le cose ad una ad una. Prima qualche acciacco, poi qualche malattia più seria; poi il cuore, poi il fegato, poi la prostata - chi ce l'ha -, come un albero di Natale che viene via via spogliato di tutti i suoi addobbi, ti viene tolto piano piano tutto.
E va bene.
Mi sono addormentata in riva alla spiaggia, sul mio telo, triste e depressa, senza ricordarmi di mettere la crema; ed ecco come mi sono ritrovata al mio risveglio...
5 commenti:
Mi dispiace per Tarquinius.
Però ramarra bella cotta, pronta per essere mangiata.
Mi spiace, un abbraccio a Tarquinius. Confermo, anche a queste latitudini è un anno del ciufolo.
Anche a me è successo di scottarmi da giovane, e una volta la mia mamma mi ha spennellata di bianco d'uovo perchè non so dove aveva letto che faceva bene. Non mi ricordo se la scottatura è passata prima, però ero tutta rigida e lucida e sembravo un robottino.
La vita ti toglie molti affetti, è inevitabile soffrirne.
Un abbraccio cara
Amica mia, condivido in silenzio.
Annalisa
Ciao carissima Ibadeth. Mi dispiace per Tarquinius. Spero di rileggerti presto e di sentirti meno triste e con la tua solita arguta ironia. Un abbraccio Nou
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