sabato 16 marzo 2013

Dubbio cornuto



Anni fa la mia povera micia Susanna, la fondatrice di questo blog, aveva iniziato una piccola serie di mini-misteri. Oggi voglio contribuire anch'io, con un piccolo e stranissimo episodio che mi capitò parecchi anni fa, quando ero una ragazzina.
 
Sapete che sono albanese e sono venuta in Italia anni fa con i gommoni. Sono nata e vissuta ad Elbasan, e nella mia giovane età spesso andavo al mare con i miei genitori a Saranda, affittando una catapecchia fatiscente che passava per rilassante villetta, vicino ad una baracca di pesce fritto che si fregiava dell'appellativo usurpatissimo di ristorante. Va be', si fa quel che si può. La catapecchia in cui ci stipavamo aveva davanti una striscia di terra che si spacciava per giardinetto ed un rottame che fingeva senza troppa abilità di essere un dondolo, sul quale passavo spesso i pomeriggi a sonnecchiare al sole.
 
Un giorno venne a trovarci una coppia di miei zii, lei sorella di mio padre buonanima, lui suo marito. Uno zio acquisito estremamente affettuoso e cordiale, che invitammo a pranzo nel cosiddetto ristorante e con il quale trascorremmo una mattinata allegra tra canti e risate.
Dopo pranzo, io mi allungai come al solito sul dondolo, ma ad un tratto il sole si oscurò: mi si era parato davanti lo zio, che mi fissò con profondo astio e mi rifilò uno schiaffone.
Saltai su imbufalita e lui cominciò ad urlare che io ero una gran maleducata perché, durante il pranzo, gli avevo fatto le corna da dietro.
Rimasi allibita, soprattutto vedendo, dietro mio zio, i miei genitori che mi fissavano con espressione indecifrabile e non intervenivano, né in mio favore né contro. Provai a negare il fatto, a dire che mai e poi mai mi ero sognata di fare una cosa simile (non l'ho mai fatto nemmeno da piccola quando a scuola si facevano le fotografie, già mi sembrava scemo); ma non ci riuscii perché le lacrime mi strozzarono e non riuscii a fare altro che mettermi a piangere. Lo zio mi voltò le spalle inviperito e se ne andò, tuonando contro la mia pessima condotta.

Mi è capitato varie volte di ripensarci, durante gli anni. Ora lo zio è morto e non posso più chiedergli nulla, ma ogni tanto mi faccio delle domande. Il pranzo era andato tutto liscio, lo zio aveva scherzato con tutti, me compresa, e non mi aveva detto alcunché. Aveva forse avuto un'allucinazione? Che cosa gli era successo quando si era alzato da tavola, era stato posseduto dal demone meridiano?...

8 commenti:

il monticiano ha detto...

Sarà stata colpa del pranzo a quella "baracca di pesce fritto che si fregiava dell'appellativo usurpatissimo di ristorante".
Molte volte non si digerisce bene.

Kylie ha detto...

O forse quelle corna ci stavano tutte.

Un abbraccio e buona domenica

Nou ha detto...

Certe persone amano scherzare, ma non amano essere "scherzati" e penso proprio che lo zio sia di questa categoria. E poi il pesce fritto è pesante. Ho frequentato anch'io da piccola una spiaggia simile, in una villetta simile (insomma una baracchetta), si chiamava Volano.

Che tempi! C'è stato uno sciopero dei braccianti nel mese di un luglio in cui noi eravamo a Volano e ricordo papà molto preoccupato per il suo negozio di alimentari perchè la clientala era tutta di contadini che pagavano una o due volte l'anno...se lavoravano e se il raccolto andava bene. Che tempi!

In ogni caso per me erano belli anche nella baracchetta ;)
Baci Nou

Susanna ha detto...

C'è da sottolineare una cosa: che io le corna non gliele avevo fatte né mi ero sognata di fare una cosa del genere!

aquila ha detto...

Beh, effettivamente la cosa suona molto strana.
Forse lo zio era preda di "allucinazioni da sindrome cornucopica", che è una malattia che - pare - colpisca quando il fritto va alla testa...
Ciao

Anonimo ha detto...

Che avesse la coda di paglia???

annalizard ha detto...

Avrei due soluzioni:
1.Qualche parente,in vena di affettuosita', si e' inventato di sana pianta la storia delle corna per "vedere da lontano l'effetto che fa";
2. lo zio soffriva di manie di persecuzione che raggiungevano il loro apice durante la fase digestiva.
Certo che uno schiaffo cosi' ingiusto brucia ancora....
Che storia!
Annalisa

specchioscuro ha detto...

Mi sembra che al di là della curiosità scientifica di quale processo patologico lo abbia portato ad avere questa allucinazione, la vera domanda che poni sia: come può capitare che accada una cosa così ingiusta?
E la logica conseguenza è che se è capitato a te, può capitare qualunque cosa assurda a chiunque.
La risposta è: sì, è proprio così.
In ogni caso spero che quello schiaffo non bruci più ora.