martedì 17 gennaio 2017

Tristi Natali


Natale venne e passò, si dice. Con un dicembre mite e un gennaio gelido e innevato e con le tristi confidenze della visoncina Lucy K.K., che ha saputo di avere perso la madre. Viene spesso a trovarci con il suo compagno, il soriano ragioniere Arturo, e si siede vicino al fuoco con uno scialletto. I visoni sentono freddo, mi chiedo? Le domando se volesse bene a sua madre e la risposta è no. Da tempo, fin da giovane, aveva smesso di volerle bene, dice. Non le chiedo le ragioni, ce ne saranno più d'una e immagino che prima o poi me le racconterà.
Arturo legge un giornale mentre Lucy mi racconta di un Natale di vari anni fa.


Era venuto un suo zio, che alloggiava presso sua madre. Lei e Arturo erano arrivati dopo e avevano preso in affitto una catapecchia per passare le vacanze. Avevano invitato a cena lo zio, il quale aveva rifiutato, adducendo il lutto per la morte della moglie, avvenuta l'anno prima.
"Solo che il lutto valeva unicamente per noi"  prosegue rancorosa. " E' andato a cena da mia sorella sposata, da mio cugino, dallo zio, ma non da me e Arturo. Strano lutto a intermittenza"
"Ma perché?" le domando.
"Perché io ed Arturo non siamo sposati, ovvio" sospira la visoncina.
"Che s'inculi" commento io, facendo fare un salto ad Arturo.
"Indubbiamente. Tanto di risparmiato. Ma il bello è quello che è successo dopo. A casa mia, alla Vigilia di Natale, a casa dei miei genitori si faceva una cena. Quell'anno mia madre mi ha detto che non aveva voglia di farla, che si sarebbe concentrata solo sul pranzo e quindi che non venissimo. Va bene, abbiamo detto noi, siamo andati in un ristorante in paese. Peccato che il giorno dopo abbiamo saputo che la cena c'era stata, eccome. Aveva invitato, come sempre, fratelli, sorelle e cugini".
"E voi no?" sbalordisco io.
"E noi no"
"Ma... ma perché?"
"Che ne so? Evidentemente glielo ha detto mio zio, che non ci voleva..."
"E tua madre gli ha dato retta? Io gli avrei detto guarda bello la casa è la mia e ci invito chi mi pare e se non ti garba sgomma"
"Che ne so" sospira Lucy, stringendosi nello scialletto. "Io mi sono alzata da tavola, le ho detto che non me la sarei dimenticata e ce ne siamo andati. Non gliela ho mai perdonata"
"Nemmeno ora che è morta? ..." dice il soriano leccandole il mantello.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Perdonare, quando si è nutrito un risentimento, è sempre difficile..ma non è impossibile. Un abbraccio a Lucy!

Susanna ha detto...

Grazie, Cincia!