mercoledì 19 aprile 2017

Il recupero dei detenuti


Come avete passato il giorno di Pasquetta?
Noi (s'intenda Tarquinius, Asiak e il furetto Annibale Bellassai detto Scubidù, il fabbro Michelangelo Storace e il suo fidanzato Fulgenzio Planciade Dixit) siamo stati invitati ad una mostra d'arte a Volusia.
Volusia, lo ricordo per chi si fosse messo in ascolto in questo momento, è un carcere concepito come una città-stato di ellenica memoria, dove i detenuti sono liberi di circolare e di seguire le loro inclinazioni artistiche, letterarie, scientifiche, tecnico-lavorative e chi più ne ha più ne metta - come diceva l'imperatrice Messalina partecipando alle sue abituali orge. Abbiamo fatto conoscenza con siffatta struttura quando una nostra amica moldava, la donnola cuoca Aurinca Lacusta, vi fu imprigionata per aver tentato di strangolare un parroco. Ella manca di astrazione, non capisce le metafore (penso sia un poco aspergeriana) e le era stato chiesto di cucinare una terrina di strozzapreti.

Il governo locale ha investito cospicui finanziamenti nel carcere di Volusia














ed ha messo a disposizione auto nuove e potenti per accompagnare i visitatori all'interno della città



Come ci ha spiegato il Direttore della struttura, un incrocio tra un akita-inu e un mastino napoletano, il dottor Akitammuort, accogliendoci sorridente all'entrata




la mostra delle opere è stata ubicata in un edificio di recente costruzione, firmato dal noto architetto pakistano Alì Ben Bhrutto.



Aurinca ci è venuta incontro raggiante e siamo entrati nel Palazzo delle Mostre, dove il dottor Akitammuort ci ha illustrato orgogliosamente le opere esposte.

 Il varco

Ombrello paleolitico

 Un'altra geografia è possibile


Positività




    Noi siamo tra color che son sospesi

Il ratto Michelangelo, con la finezza di sentire che lo contraddistingue, non si è peritato di esprimere giudizi tranchant sui capolavori esposti .
"Ahò, a dottor Alimortacci..."  "Akitammuort, deficiente!" lo ha gelato Asiak rifilandogli una zampata sul malleolo. "Ce pole stà puro che questi so carcerati e se la vedono parecchio brutta, ma certo le casse da morto se le potevano arisparmià, li mortacci..."  Ma una ginocchiata della visoncina nelle parti basse ha troncata sul nascere qualsiasi velleità critica del ratto sabino.



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