mercoledì 3 settembre 2008

Di veli, rotatorie e lucertole


rotonda urbino2
Inserito originariamente da susannucciauccia

No, non me la sento. Non me la sento davvero di coniare un nuovo e orrendo termine.
Quest’estate ho sentito la parola “benaltrismo” (ad indicare l’atteggiamento di coloro i quali disprezzano un suggerimento altrui sostenendo che i problemi “sono ben altri”; talvolta il benaltrismo scatta quando non si sa come obiettare sensatamente a una proposta). Giacché ogni volta che la sento il mio pelo schizza in tutte le direzioni stabilite dalla rosa dei venti e anche in qualcheduna inventata da me, non conierò il termine “lucertolismo”.
No, non lo farò.
L’altro giorno ero con i miei fratelli avvocati, Megalo ed Edoardo, in una vineria sperduta del centro storico. Io e Megalo stavamo bevendo una coppa di vino di visciole di Pergola (ce l’ha portato una sera Arturo, il nostro amico dottore, e da quella sera ha creato due mostri). Edoardo che, poverino, campa con mezzo lobo epatico, beveva del sidro annacquato con la minerale. [Ricordo al popolo che Edoardo è fascista e Megalo è comunista, per cui non vi dico altro]. Megalo mostrava le nuove foto di rotatorie ed Edoardo, ormai forse per sfinimento, si comincia ad appassionare al gioco e ne ha portata una pure lui, scattata ad Urbino, figurarsi). Ad un certo punto è passata una ragazza musulmana con un bel velo azzurro; appena la fanciulla è stata fuori vista, il malefico fascistaccio si è scatenato in perfidi commenti e battute acide. Megalo non si è tirata indietro, e ha cominciato a ribattergli con un certo accanimento (che, per un gatto, dà la misura della sua indignazione). Io li sono stata a sentire per un quarto d’ora, poi mi sono scassata le balle e gli ho detto che erano ridicoli, tutti e due.
Dunque, Edoardo è fascista, giusto? Stando così le cose, non dovrebbe essere femminista, dovrebbe pensare che le donne hanno un loro ruolo nella società che non è uguale a quello dell’uomo (anche se egualmente importante, concludono essi di solito, ipocritamente). Ciò non pertanto, pur di dar contro ai musulmani diventa improvvisamente femminista, sostiene il diritto delle donne di girare come credono, di lavorare, di essere indipendenti dall’uomo e così via.
Dunque, Megalo è comunista, vero? Di solito la sinistra è favorevole all’emancipazione della donna, ha lottato per decenni con i radicali per ottenere cose sacrosante come la legge sul divorzio, quella sull’aborto, il diritto al voto, allo studio, all’eguale retribuzione e via dicendo. Però io stessa ho sentito Megalo con le mie vaste orecchie difendere il velo delle musulmane e talora anche il burqa! (che sono due cose diverse, lo so), sostenendo che è un simbolo di libertà per la donna, perché così essa non viene valutata per il suo aspetto fisico, ma per la sua intelligenza e bravura! Ma faciteme o' piacere! E allora perché gli uomini musulmani non vanno in giro col burnus e con la djellaba, ma circolano come cavolo gli pare? ho obiettato io. Eppure la comunista Megalo, pur di difendere i musulmani qualsiasi cosa facciano (dato che sono contro gli ebrei, i quali sono alleati degli americani), sposa delle teorie che, a mio modo di vedere, sono francamente inaccettabili.
In pratica, tutti e due rinunciano ad un pezzo della loro ideologia per far dispetto a quella avversaria.
Mi sembrano le lucertole (di qui il lucertolismo), che quando si trovano in difficoltà si mutilano di un pezzo di sé e lo lasciano in mano all’aggressore per battersela.

Io lo dico francamente: sono una gatta di sinistra, al burqa sono contrarissima, sul velo sono blandamente critica perché mi ricorda l’epoca in cui le donne italiane uscivano solo per andare a messa, con la gonna spessa a metà polpaccio e con lo scialle in testa. In ogni caso, lo rispetto; penso che sovente il velo non sia tanto un’esigenza di tipo religioso, quanto un segno di riconoscimento, un’orgogliosa rivendicazione di diversità di chi si trova in terra straniera… il che indica che forse talune donne musulmane non si trovano a loro agio nella nostra terra (e, dopo le sparate del governo fascista, non so manco dargli torto…).

5 commenti:

ventopiumoso ha detto...

concordo con te. ho appena finito di leggere "neve" di pamuk. in un piccolo villaggio turco delle ragazze musulmane si suicidano. un poeta turco-tedesco torna al paesello natale per capire. tutto il libro è percorso dalla tensione islamismo-laicita, religione-stato. sembrava evidente che per molte ragazze musulmane in turchia, paese laico e militarizzato, portare il velo è appunto un segno di riconoscimento, ed è un gesto di ribellione elibertà non toglierselo prima di entrare nelle aule dell'università (dove per legge dovrebbero torglierselo). traspare molto bene anche come molte persone diventino musulmane praticanti ed ortodossi se non estremisti proprio per rivendicare una loro cultura di appartenenza originaria, contro l'occidentalizzazione della loro società è la perdita delle proprie origini.
insomma, è un casino, un bel garbuglio quello in cui ci siamo infilati. ciao ciao

Susanna ha detto...

E' un casino, sì. Come fai ne manca un pezzo. Ma io sono femminista e di sinistra, e il velo mi lascia scettica. Il burqa e l'estremismo islamico, poi, non mi lasciano scettica, m'indignano. Possibile che non ci sia altro modo per rivendicare le proprie origini? Gli Arabi, i Persiani, i Turchi, hanno tante usanze belle e pacifiche... di cui debbono essere giustamente orgogliosi!
Tanto bene le bombe?...

Gaja Cenciarelli ha detto...

non c'è niente da fare: io sono allergica alle donne velate, alle donne con il burqa e al fondamentalismo religioso. ogni volta che ne vedo una o che sento la puzza del secondo mi si accappona la pelle. quando incrocio - e mi è capitato anche in Irlanda - una musulmana velata mi viene l'impulso di correrle dietro, di prenderla per le spalle e di urlarle contro che non è giusto.
femminista e di sinistra, anche io, assolutamente.

lucy ha detto...

a me viene da dirle lèvete sto coso stronza, che è la somma del mio rifiuto per ogni imposizione, ogni segno di appartenenza religiosa ostentato e un sottofondo paradossalmente fascistoide che sbuca fuori con la violenza dell'epiteto: stronza. che poi burqa et similia vengano indossati come testimonianza di fede religiosa e distintivo di appartenenza culturale unberparde... essere di sinistra e fare questi discorsi sul rispetto delle usanze, della differenza e bla bla dovrebbe implicare il rispetto di pratiche come l'infilbulazione e peggio. no, così, per coerenza...non ti puoi tenere una cosa e buttarne altre con la visuale dell'occidente.
e poi: altro tema garbuglioso: il problema della tolleranza è tutto nostro. uso nostro per amor di brevità. a est e a sud non gliene frega una minchiazza del cristianesimo e se potessero ci farebbero mettere il velo e allungare le gonne e le maniche, tanto per. quindi perché tutto questo sforzo peloso (i gatti, d'altra parte) di far le viste di capire, di essere aperti e rispettosi? io non so se sono di sinistra in senso classico e canonico. so che non sono di destra che odio ogni forma di violenza di prevaricazione di preconcetto. ma non mi voglio neanche spaccare la testa a cavillare e a sottoporre quello che penso e sento nelle viscere a verifica ideologica continua. con i risultati della coppia megalo e edoardo. eppoi a me l'occidente piace e sono contenta di essere nata qui. e sono grata di essere così fortunata: che mi posso mettere quello che mi pare e pensare a voce alta quello che meglio credo. ecco: sul voce alta non vorrei dovermi ricredere.

Susanna ha detto...

Speriamo di no, Lucy, che tu non ti debba pentire. Almeno per ora... Sono con te, nel senso che l'uso del velo mi lascia scettica; io rispetto tutti e cerco di capirli, ma certamente non mi si può chiedere di condividerne idee e atteggiamenti.
E' poi verissimo, purtroppo, che spesso siamo noi a porci il problema della tolleranza e della comprensione. Gli altri non se lo pongono proprio. Certe culture non sono tolleranti. Ma credo che questo non significhi che dobbiamo comportarci come loro, se no ci infiliamo in un vortice che non finisce mai...