No, non tratterò di Medioevo o Rinascimento, “Canto l’armi pietose e il capitano…” o “Non ha l’ottimo artista alcun concetto…” (ogni tanto dovrò pur far vedere che ho studiato, no?). Michelangelo è Er Pantegana, il ratto di Manciano Sabina fidanzato di Fulgenzio Planciade Dixit, il panda rosso nepalese che, nella mia band rock nomata “Gli Otocioni”, suona la chitarra solista. Nel post in cui lo presentavo, informavo il popolo che Er Pantegana non c’entra nulla con gli Otocioni (al di fuori del suo legame col nostro chitarrista) e che nemmanco s’interessa di musica (sì, esiste anche gente di tal fatta), ma che il suo unico interesse, al di là del suo lavoro di fabbro cimiteriale, è il tiro al piattello.
Lungi da me il disprezzare il povero ratto della Sabina, però. E’, a modo suo, un personaggio peculiare.
Lungi da me il disprezzare il povero ratto della Sabina, però. E’, a modo suo, un personaggio peculiare.
Intanto è nota in tutta la Sabina la sua lotta senza quartiere contro due stereotipi.
Uno è lo stigma di cui solitamente sono vittime i ratti: il termine “ratto” viene usato dagli umani con significato di “essere indegno, immondo, infido, infame” (tutti gli insulti cominciano per “i”, com’è?). Topo di fogna, si qualifica di solito un personaggio laido e meschino che tesse le sue trame nell’ombra puzzolente... Ebbene, proclama a gran voce Michelangelo Storace detto Er Pantegana, in primis io le cose le dico in faccia, se non mi vai a genio ti mollo anche un papagno – rigorosamente sul grugno, mai alle spalle -; e, in secundis (sì, non so com’è, ma parla pure latino), io sono pulitissimo e profumato. Anche troppo, talvolta: spesso i suoi concittadini lo apostrofano con la mitica frase “Ahò, a Pantegana, ma er profumo mica t'oooo se’ messo, ce se’ cascato drentro!”
L’altra missione nella vita di Michelangelo Storace è, a mio modo di vedere, ben più impegnativa. Er Pantegana è religiosissimo e non sopporta di essere escluso dalla comunità dei credenti solo perché omosessuale (“solo”, lo sbeffeggia Martino il rabbino, "ti paresse poco"). Pretende di fare la Comunione, di partecipare alle sacre rappresentazioni (nell’ultima stava vicino al bue e all’asinello, tra lo sconcerto degli astanti) e di portare il Crocefisso alle processioni. Dice che Nostro Signore non ha escluso nessuna delle sue pecorelle (“E se cce stanno le pecorelle, perché nun ce devo da sta’ io?” ha concluso sagace). E’ stata una dura lotta col parroco del paese, il quale, dopo lunghe, estenuanti e bizantine trattative, con sofismi degni della Kabbalah, ragionamenti capziosi e cavilli levantini, è stato convinto dal ratto a permettergli di esibirsi come crocifero alla processione del Corpus Domini. Michelangelo ha inseguito il sacerdote brandendo una croce di ferro alta due metri e che pesava quaranta chili, con riccioli, cartiglio e complicate incisioni (fatta da lui a bottega, of course) e l'ha calata a mo’ di mazza ferrata sul cranio del religioso, apostrofandolo con parole alate. “Si so’ frocio so’ cazzi mia!!!”, ululava (l'eleganza sulle ali di una farfalla), “Te nun ci hai la carità cristiana!!!” e giù una crociata. “Gesù ha cacciato li mercanti dar tempio, mica li finocchi, daje!”, “Te devi da esse er primo a dimostrà l’amore e la solidarietà pe’ lle creature de Dio!!!” e giù saracche stratosferiche con la croce, che stava cominciano a somigliare ad un’antenna televisiva dopo il passaggio dell'uragano Katrina.
Dette raffinate argomentazioni teologiche hanno persuaso il prete a consentirgli una molto limitata attività all'interno della locale parrocchia...
Uno è lo stigma di cui solitamente sono vittime i ratti: il termine “ratto” viene usato dagli umani con significato di “essere indegno, immondo, infido, infame” (tutti gli insulti cominciano per “i”, com’è?). Topo di fogna, si qualifica di solito un personaggio laido e meschino che tesse le sue trame nell’ombra puzzolente... Ebbene, proclama a gran voce Michelangelo Storace detto Er Pantegana, in primis io le cose le dico in faccia, se non mi vai a genio ti mollo anche un papagno – rigorosamente sul grugno, mai alle spalle -; e, in secundis (sì, non so com’è, ma parla pure latino), io sono pulitissimo e profumato. Anche troppo, talvolta: spesso i suoi concittadini lo apostrofano con la mitica frase “Ahò, a Pantegana, ma er profumo mica t'oooo se’ messo, ce se’ cascato drentro!”
L’altra missione nella vita di Michelangelo Storace è, a mio modo di vedere, ben più impegnativa. Er Pantegana è religiosissimo e non sopporta di essere escluso dalla comunità dei credenti solo perché omosessuale (“solo”, lo sbeffeggia Martino il rabbino, "ti paresse poco"). Pretende di fare la Comunione, di partecipare alle sacre rappresentazioni (nell’ultima stava vicino al bue e all’asinello, tra lo sconcerto degli astanti) e di portare il Crocefisso alle processioni. Dice che Nostro Signore non ha escluso nessuna delle sue pecorelle (“E se cce stanno le pecorelle, perché nun ce devo da sta’ io?” ha concluso sagace). E’ stata una dura lotta col parroco del paese, il quale, dopo lunghe, estenuanti e bizantine trattative, con sofismi degni della Kabbalah, ragionamenti capziosi e cavilli levantini, è stato convinto dal ratto a permettergli di esibirsi come crocifero alla processione del Corpus Domini. Michelangelo ha inseguito il sacerdote brandendo una croce di ferro alta due metri e che pesava quaranta chili, con riccioli, cartiglio e complicate incisioni (fatta da lui a bottega, of course) e l'ha calata a mo’ di mazza ferrata sul cranio del religioso, apostrofandolo con parole alate. “Si so’ frocio so’ cazzi mia!!!”, ululava (l'eleganza sulle ali di una farfalla), “Te nun ci hai la carità cristiana!!!” e giù una crociata. “Gesù ha cacciato li mercanti dar tempio, mica li finocchi, daje!”, “Te devi da esse er primo a dimostrà l’amore e la solidarietà pe’ lle creature de Dio!!!” e giù saracche stratosferiche con la croce, che stava cominciano a somigliare ad un’antenna televisiva dopo il passaggio dell'uragano Katrina.
Dette raffinate argomentazioni teologiche hanno persuaso il prete a consentirgli una molto limitata attività all'interno della locale parrocchia...
18 commenti:
Tra l'altro, secondo me, Er Panty con il fidanzato rosso nepalese fanno anche una bellissima coppia.
E poi, si sa, con la dolcezza si ottiene tutto (ti ricordi la pubblicità della dolce Euchessina, Susannuccia?)...
Ogni tanto sussurrare qualche parolina d'amore ai ministri del culto non fa male...
Sì, la dolcezza del ratto Michelangelo è nota nel mondo e dintorni...
pe esse froscio è tosto st'amico tuo, susannuccia! ammazza che je l'ha cantate e sonate ar frattacchione. possin'ammazzà ce ne vorebbeno de finocchi chii controcosi pe cantalle a chi dico io che ce stanno a sfrascicà li zibidomini coll'esempi a pparole ma nelli fatti un cazzo. però ahò ch'è libberatorio potè di' froscio e finocchio senza fa li giri de parole come operatore ecologgico che poi si' spazzino u-gua-le! a poposito: ma n frocio commoo chiami? operatore bucolico?
Lo amo di già...
W Er Panty!
p.s.
se potrebbe pure di'
michelangelo e le scrociate.
no, così...
Scusa l'off topic, bellissima la tua miciona, siao ;)
Grazie per tutti i commenti che avete fatto! li riferirò al Pantegana (e non oso pensare con che alate parole risponderà).
A Lucy: operatore bucolico! buona questa!
A Gaja: er Pantegana ricambia, spera che tu non abbia pregiudizi contro i ratti e che offrirai un pezzo di formaggio ai suoi amici (e non salterai sul tavolo) quando te li troverai davanti.
A Flo: grazie mille! poi, l'off topic, nella fattispecie ci sta bene...
susanna
tu penza, susannuccia mia, che a me i ratti/sorci/topi/panty non m'hanno mai fatto schifo in vita mia. non capisco nemmeno perché la gente va in panico quando li vede!
w er panty+er panda nepalese rosso (bell'abbinamento: BEN TRE specie in via d'estinzione. I PANDA, I NEPALESI e i ROSSI!)
Aho!
Per un attimo appena ho visto il tuo blog credevo che tu avessi 13 anni.... (poi ho letto meglio)
:)
Salve, bella gente! All'anonimo (di cui peraltro credo di conoscere l'identità) replicherò: Anfame!
A zia Gaja: sulla terza categoria in estinzione credo che neanche il WWF possa far qualcosa...
A Flo: io ho quasi tredici anni (li compirò il 24 ottobre), ma la mia Mamma ce ne ha qualcuno di più, purtroppo. Dirò di più: va verso il rincorbellimento totale! Non che, a tredici anni, scrivesse molto diversamente, però: i compagni di scuola credo la odiassero...
susannuccia
Secondo me l'anonimo è Charlie. Sbaglierò...
Ah, una nota di colore: certo che la odiavano, se scriveva così a tredici anni i compagni saranno stati invidiosissimi! pensa che anche adesso dà dei punti a parecchi cosiddetti scrittori...
Il motto di Charlie è:
"Stare zitti non si può!
Super-giga-mega ahò!"
...e non ti dico altro...
Allora era lui!
AHO, Charlie, dì la verità, eri tu!
MALEVOLO!!! :P
Charlie ha qualcosa in comune con Michelangelo er Pantegana:
tifano Lazie!!!
Anfami!
E come te sbaji...
AHO!
MALMOSTOSI ENTRAMBI!
Susannuccia mia, mi manchiiiiiiiiii!
Sono diventata Susanna's blog-addicted!
=^..^=
Da martedì ritornerò, più bella e più superba che pria!
Brava grazie.
Un bacio a mia cugina Margot!
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