mercoledì 29 ottobre 2008

Leggere, scrivere e far di conto? ovvero: la triste storia della scomparsa dell'Università pubblica

DL 112
Una cronistoria
Il 25 giugno 2008, su proposta del Ministro del Tesoro on. Tremonti, il Consiglio dei Ministri approva (On. Gelmini compresa!) il Decreto Legge n. 112 (DL 112), concernente:
Disposizioni Urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e le perequazione tributaria.
Il Consiglio della Facoltà di Scienze, nell’adunanza del 23 luglio 2008, esprime severe critiche sul DDL 112, in merito alle conseguenze sulle attività di didattica e di ricerca.
Il 6 agosto 2008 il Parlamento approva in via definitiva il DDL 112.
Il Senato Accademico, nella seduta del 15 settembre 2008, approva all’unanimità una mozione di protesta sul DDL 112, motivata dalle conseguenze negative che esso avrà sull’Università pubblica ed invita i docenti ad informarne gli studenti nella prima ora di lezione dell’Anno Accademico.

Elementi critici del DL 112:
1) Taglio dei finanziamenti pubblici all’Università (FFO)
2) Riduzione del turn-over del personale
3) Università come Fondazioni?
4) Sospensione delle Scuole di Specializzazione (SSIS) per la formazione degli insegnanti.

1) Taglio dei finanziamenti pubblici all’Università (FFO)
FFO (Fondo Funzionamento Ordinario): finanziamento ministeriale del sistema universitario (6820 milioni di euro nel 2008)

Tagli del FFO nel DL 112:
63,5 milioni di euro per il 2009
190 milioni di euro per il 2010
316 milioni di euro per il 2011
417 milioni di euro per il 2012
455 milioni di euro per il 2013

Si tratta in totale di quasi 1500 milioni di euro di riduzione in cinque anni,
Una media di 300 milioni di euro per anno. Si passa dalla riduzione dell’ordine dell’uno per cento nel 2009 ad una riduzione del 7,8 per cento fra il 2012 e il 2013 !
Tutto questo applicato ad un sistema sottofinanziato. Come appare dallo schema seguente.

Dal confronto con gli altri paesi avanzati (dati OCSE) emerge infatti la necessità di un aumento, e non di una diminuzione, del finanziamento pubblico (ma anche privato) al sistema Università!

Dati OCSE
1) Spesa annuale per studente:
USA: 24370$, Inghilterra: 13506$, Germania: 12446$, Francia: 10995$, Media OCSE: 11512$,
Italia: 8026$
2) Spesa pubblica annuale per studente:
USA: 8400$, Inghilterra: 9400$, Germania: 10200$, Francia: 9300$, Media OCSE: 8400$,
Italia: 5400$
Conseguenze del taglio FFO:
a) riduzione dei servizi agli studenti
b) riduzione delle infrastrutture (aule, laboratori, biblioteche)
c) peggioramento della qualità della didattica
d) riduzione delle attività di ricerca

con un peggioramento globale della qualità delle nostre Università ed ulteriore perdita di competitività rispetto alle Università straniere.Assisteremo, oltre che alla cosiddetta “fuga dei cervelli”, anche alla fuga degli studenti universitari?
L’uso ottimale delle risorse necessita:
1) della valutazione del sistema universitario (ma l’istituzione dell’agenzia di valutazione è stata appena bloccata) e
2) della ripartizione del FFO sulla base dell’efficienza di ciascuna Università (invece della attuale distribuzione “a
pioggia”
).
2) Riduzione del turn-over del personale
Il DL 112 fissa un limite massimo di
a) 1 su 10 per il 2009
b) 1 su 5 per il 2010 ed il 2011
c) 1 su 2 per il 2012
di nuove assunzioni rispetto al numero di pensionamenti. Il limite sul turn-over si applica a ciascuna Università prescindendo dall’efficienza nell’uso delle risorse (e del rispetto del limite del 90% per la spesa di stipendi del personale)
Implicazione a medio termine a legislazione costante: dimezzamento del numero di docenti!

E’ realmente necessario ridurre il numero di docenti e soprattutto, è funzionale all’obiettivo di far divenire l’Europa una ”società della conoscenza”?

Il confronto con gli altri paesi industrializzati suggerisce che il numero di docenti universitari dovrebbe aumentare invece che diminuire!

Dati OCSE sul rapporto (numero studenti / numero docenti):
USA: 15.1 Germania: 12.4 Francia: 17.0 Inghilterra: 16.4, Media OCSE: 15.3
Italia: 20.4
Quale scenario futuro con un dimezzamento del numero di docenti?
- Situazione attuale: un docente/ricercatore dedica in media metà del tempo alla didattica e metà del tempo alla
ricerca
- Assumendo un numero stazionario di studenti: se il numero di docenti/ricercatori si dimezza, allora ciascun
docente/ricercatore dovrà raddoppiare il tempo dedicato alla didattica per preservare le attuali attività formative
- Situazione futura: il docente/ricercatore dovrà dedicare tutto il suo tempo all’insegnamento e non potrà svolgere
l’attività di ricerca

Conseguenze
- Abbassamento generale della qualità della didattica
- Lo studente non potrà interagire con il mondo della ricerca e della produzione di nuove conoscenze
- Impossibilità di svolgimento di tesi sperimentali causa l’assenza di laboratori di ricerca
- Non si potranno formare nuovi ricercatori: le scuole di dottorato spariranno in assenza di attività di ricerca
- Sparizione delle Università pubbliche come sedi dello sviluppo delle nuove conoscenze. Gli Atenei si
trasformeranno in super-Licei

Può esistere una nazione sviluppata senza la ricerca di base svolta nelle Università?

3) Università come Fondazioni?
Il DL 112 introduce la facoltà per l’Università pubbliche di trasformarsi in Fondazioni in grado di raccogliere finanziamenti privati.
Implicazioni:
1) La natura pubblica delle Università verrà annullata
2) Dividerà gli Atenei in Fondazioni di classe A e di classe B in funzione della capacità economica della regione di appartenenza.
3) Il sistema del “diritto allo studio” verrà cancellato e non sarà più assicurata la possibilità di studi universitari ai
“meritevoli anche se in condizioni disagiate” (Art. 34 della Costituzione)
4) Sparirà la differenza rispetto alle Università private, ad esempio per le tasse universitarie (alla Bocconi ammontano
attualmente da 4300 a 9650 euro/anno).

4) Sospensione delle Scuole di Specializzazione (SSIS) per la formazione degli insegnanti.
Come potranno rivolgersi all’insegnamento quei giovani motivati e preparati ormai giunti alla laurea specialistica? Il provvedimento sembra dettato solamente dalla volontà di “far cassa”, prescindendo dalla necessità di formare gli insegnanti.
In conclusione

Visti i prevedibili effetti catastrofici del DL 112, l'Università
richiede al Governo ed al Parlamento l’emanazione degli opportuni provvedimenti
che assicurino le adeguate risorse finanziarie ed umane,
affinché l’Università pubblica continui ad esistere e svolgere al meglio le sue funzioni.
Ci appelliamo all’opinione pubblica ed alle forze sociali
affinché, dopo aver valutato le conseguenze nefaste della possibile
scomparsa dell’Università pubblica,
si uniscano a noi in tale richiesta.
L'Università auspica una seria valutazione sulla didattica, sulla ricerca
e la gestione dei bilanci universitari,
sottolineando che l’attribuzione delle risorse
va operata sulla base di una esplicita politica di valutazione

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Passo al volo per dirti che hai capito più che bene, anche se a persona in questione non mi perde mai del tutto, (mio errore, purtroppo o per fortuna). Per il resto, tornerò appena avrò un attimo chè ho letto un paio di titoli e mi ispiri tanto :D :*

Susanna ha detto...

Un caldo benvenuta alla nuova amica Violetta!
susanna

Anonimo ha detto...

La fuga degli studenti universitari esiste già, naturalmente solo chi può permettersi di studiare all'estero...