mercoledì 5 agosto 2009

Le Vite dei Santi: i Lapsi Cerquetani e la Volta Miracolosa

Quest’estate (o la mezza che è scorsa sinora) è climaticamente bizzarra, a dir poco; ciò non pertanto io penso che i giovani dovrebbero godersela… che ti dico… in piscina, al mare, in montagna, all’happy hour, mal che vada in lunghe pennichelle negli assolati meriggi estivi… Il Bimbo, invece, si dedica con rimarchevole impegno allo studio astioso delle vite dei Santi e la scorsa settimana ha trascinato seco la Bimba, Pinca e Pallina, Carlegidio il cinghiale e Michelangelo Er Pantegana a visitare la Volta Miracolosa di Cerqueto.
Il luogo sacro ha peraltro lasciato un po’ perplesso financo il ratto che, come sapete, è assai divoto: trattasi di una cappella in fondo ad un bosco di lecci, dietro al cui altare trovasi una piccola volta che porta ad una cripta. La particolarità della volta in questione risiede nel fatto che talvolta essa crolla in testa ai fedeli sottostanti uccidendoli senza pietà e poi, miracolosamente, si ricompone. I fedeli così martirizzati vengono pertanto celermente sepolti sotto l’altare della chiesetta.
Anvedi te ‘sta volta miracolosa, daje!” sghignazzava il ratto “E scàrcate, daje, scàrcate si ci hai er coraggio, scàrcate!” la provocava ripassando avanti e indietro, senza peraltro ottenere segno di vita dal malefico archetto. Intanto il Bimbo si documentava, leggendo un’iscrizione sul muro di mattoni (mentre la Bimba si stava empiamente arrampicando sul lampadario di ferro battuto della cappella e dondolava avanti e indietro cantando “Un viaggio ha senso soloooooo/ senza ritorno se non in volooooo!!!!….” Pare che la cappella fosse dedicata al culto dei Lapsi Cerquetani, cinquanta membri di una comunità cristiana di Cerqueto, da poco convertiti; secondo un capitolo misconosciuto del Pastore di Erma (testo apocalittico paleocristiano), gli Acta quinquaginta filiorum maximae matris ignotae (m. ignotae), essi avrebbero rischiato di subire il martirio nel 210, ad opera del console romano Ammianus Tertullianus. Avendo il feroce console mostrato loro il martirio a cui sarebbero stati sottoposti (la lotta contro dieci elefanti imbufaliti e la visione di dieci puntate di Studium apertum), gli eroici cerquetani rinnegarono vilmente la loro non troppo salda fede, sacrificando agli dei pagani e accompagnando l’atto d’apostasia con un collettivo “Tié!”
Pare tuttavia che la chiesetta in questione, meta di pellegrinaggi pagani fino all’avvento dell’imperatore Teodosio nel IV secolo, non sia molto citata nelle guide cristiane e negli itinerari del turismo devozionale…

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dieci puntate di Studius Apertus sono una tortura intollerabile, li capisco un po', porelli.

Dario (Italianoallestero.com) ha detto...

Ciao Susanna, grazie per essere passata sul mio blog.
14 anni quasi laureata?
Mi sfugge qualcosa?

Un saluto.
Blogger

Susanna ha detto...

@ Blogger: gli è che sono una micia! E anzi, sono già in ritardo... :)