mercoledì 16 dicembre 2009

Aridanga, romba goglionga!


Campli
Inserito originariamente da susannucciauccia

Non sono uscita, in questi giorni pre-natalizi. Ho la tosse, soffro di tracheite... almeno, spero che sia tracheite. Ho avuto le notizie dal mondo dalla ramarra Ibadeth, che ha trovato un muratore stranamente italiano che aiuti il furetto e la visoncina a fare qualche lavoro in casa (nella foto, la porta che dà sulla corte con la pergola e un pozzo. Ci sarà da scialare, nella prossima dolce primavera, bere nelle notti stellate calici di vino bianco là sotto... se ci sarò).

Detto muratore è un cane... no, non nel senso che fa male il suo lavoro, è proprio un cane, figlio di pochi, ma onesti genitori, frutto di dissennati incroci con sgabelli, tavolini e carrozzine per bambole, credo. Lui affabula essere un mastino napoletano, ma di vero c'è solo che è di un posto che si chiama Bregolise, vicino a Castel Volturno. Si chiama Eriberto Esposito Cusmè (?) e non tace mai per più di tre secondi consecutivi. Quando ho chieso a Ibadeth di cosa parlasse, lei mi ha detto che parla sempre di "shtragneri" e "ricchiuni". Pare che sia molto religioso, perché Ibadeth ieri lo ha sentito concionare sul Crocifisso ("Aridanga, romba goglionga!" s'è detta). "Perché lu Crocifisso song le tradizioni noshtre, hai capito, signora? e nun possono venì 'sti delinguendi de marocchini e de albanesi e ricere ch'ammo a staccà Noshtro Signore dalle parete!"
"Ma a parte che sono vent'anni che li hanno tolti dagli uffici pubblici e manco ve ne siete accorti!" lo ha sbeffeggiato Asiak "E poi perché vi siete messi in testa che li hanno tolti per far piacere agli stranieri? Togliere la croce dalla scuole significa rispetto per gli aconfessionali, non per i musulmani"
Il concetto di "aconfessionale" pareva essere, tuttavia, ben oltre la portata di comprensione di Eriberto Esposito Cusmé, che lo ignorò e continuò a discettare sulle nostre tradizioni calpestate dagli immigrat delinguende; ad Asiak, che gli faceva dolcemente notare che le statistiche del Ministero dell'Interno (che fa parte del Governo di destra) riportano che il 65 % dei crimini è commesso da Italiani, il cagnaccio scuoteva la testa con un sorrisetto "Difficile, difficile... che un italiano delingue, difficile..." Ibadeth ha detto che è stata lì lì per ricordargli che la sua patria sì bella e perduta, Castel Volturno, è nota nel mondo e dintorni per avere un cospicuo numero d'italiani che delinquono, ma Asiak l'ha spedita a procurarsi le pigne per i centrotavola natalizi. Meglio, ha pensato la ramarra, e se n'è andata in mezzo alle pinete con una sacca alla ricerca di oggetti adeguati per le composizioni. Tornando, ha sentito il botolo che stava ancora proclamando a gran voce la sua fede in Dio e nella Madonna... che non ci sarebbe stato nulla di male... se non avesse continuato inveendo contro i muratori albanesi e rumeni, che ci rubano il lavoro, che io sono un bravo muratore, mi faccio pagare tredici euri e 'sti malamente si fanno pagare otto euri e tu da chi vai, signora? da me che te ne chiedo tredici o dall'ucraìno che te ne chiede nove? dall'ucraìno, ovviamende; e dopo te la pigli 'nto culo, perché il lavoro te lo ha fatto da cani! Mentre Asiak rideva e diceva che forse anche lui, Eriberto Esposito Cusmè, avrebbe lavorato da cani ("Ma da cani oneshti!" ha tenuto a sottolineare il botolo malefico), Ibadeth mi diceva d'aver capito perché il popolo italiano è insorto a favore della Croce con slogan che non avrebbero sfigurato nelle ottave della Gerusalemme Liberata. Che tradizioni, che religione, che Dio e che Gesù: la Croce ci ha da stare perché segna il confine tra noi e gli altri. Se invece del Crocifisso ci avessero messo una pizza quattro stagioni, sarebbe stato lo stesso. La Croce non è un simbolo d'amore e di solidarietà e d'accoglienza: la Croce è il vessillo del nostro esercito. La piantiamo negli edifici pubblici per dire "RICORDATI CHE SEI A CASA NOSTRA E, SE NON TI VA BENE, FILA VIA".
Ibadeth non è un'esperta di religione cristiana, ma si è chiesta se Gesù Cristo avesse detto proprio questo...

2 commenti:

il monticiano ha detto...

Ove fosse non lo avrebbe detto.
I tuoi post in genere sono una delizia, con questo mi hai fatto crepare dalle risate.
Ci voleva di questi tempi.

Marco Marsilli ha detto...

Certo che la faccenda dell'identità e dell'appartenenza, sia essa nazionale o religiosa o linguistica, è un vero e proprio ginepraio.

Di fatto, un omaccione che porta una croce sul petto, ben visibile sotto la camicia sbottonata, potrebbe non essere un buon incontro in una strada buia e solitaria. A riprova del fatto che esporre la croce, in se, significa poco, se non l'appartenenza -in questo caso- ad un preciso strato sociale.

Un gruppo è capace di grandi cose se riesce ad unire anime diverse e personalità ancora più diverse, sotto una unica bandiera, sotto un simbolo, un insieme di credenze, una fede.

La nostra identità di italiani è sempre stata deboluccia, adesso che il concetto di italianità sta cambiando -qualcuno dice che Balotelli sia l'unico giocatore italiano dell'Inter- molti fanno proprio fatica a riconoscersi.

Il fatto è che, probabilmente, urge trovare un nuovo insieme di simboli e credenze per costruire l'identità degli italiani europei del secolo appena cominciato.