Perché "Il diario di Susanna"? Ibadeth è una fascinosa ramarra albanese, che ha ereditato il blog dalla sua migliore amica, la gatta Susanna, mancata all'inizio del 2010. Ibadeth è immigrata dall'Albania, approdata in Italia via gommone. Suona il violino in un complesso di liscio (i "Licaoni") ed è sposata con il suricate Tarquinius. Ha molti amici, tra cui una gatta che gestisce un sito curioso: http://umbriacuriosa.altervista.org/
martedì 22 dicembre 2009
Il torciglione
Quest’anno passeremo il Natale sul Lago Trasimeno, a casa di Fabia. Fabiamaria Baldoncini Bellaveglia è una gatta certosina e possiede una latteria sul lungolago. Nella latteria, oltre a vendere latte, prepara yoghurt e dolci a base del medesimo e sul retro ha un salottino rustico dove ci sono librerie di legno grezzo, tavolini, riviste, un focolare e un juke-box funzionante. Gran parte dei libri sugli scaffali riguardano la cucina e la sociologia (Fabia era ricercatrice all’Università della Tuscia, fino a quando i tagli del Ministero l’hanno costretta ad inventarsi qualcosa).
Ieri sera sono andata a trovarla con mio fratello Edoardo, l’avvocato (che ama molto il negozio di Fabia, figuriamoci, a dodici anni ancora beve il latte, tsk) e Kenny, il velociraptor fruttariano. Ci siamo seduti davanti al fuoco acceso, sormontato da una ghirlanda fatta da Fabia usando rose di larice e melagrane. Edoardo con un bicchiere di latte (bah), Kenny con una coppa di yoghurt ai frutti di bosco ed io con un pezzetto di dolce (a casa mi chiamano “dolce maialino” a causa di questa mia passione per le torte). Fabia ci ha raccontato della sua infanzia sulle rive del lago, della madre e della nonna che a Natale preparavano tonnellate di cappelletti e impastavano anche di notte, mentre lei le spiava da dietro la porta socchiusa. Ci ha raccontato di un anno in cui, alzatasi di notte, si era recata in una stanza della casa, freddissima, dove di solito si tenevano le ceste dei panni, l’occorrente per stirare e la macchina per cucire; e aveva visto che sul tavolo c’era una tovaglia rossa ricamata a rami d’agrifoglio che copriva qualcosa di piatto e irregolare. Sollevatone un lembo, aveva visto che sotto c’era il torciglione.
Trattasi di dolce a forma di serpente, arrotolato su se stesso e decorato con squame, occhi e orecchie, ottenute con pinoli, pezzetti d’arancia o di cedro candito o mandorle intere.
E’ un dolce che ricorda riti pagani, quando i serpenti erano adorati come divinità, in quanto simbolo di vita e di vigore – ma anche come simbolo fallico, io direi – e di capacità di rinnovamento (dato che cambiano la pelle, riacquistano sempre un aspetto giovanile, beati loro). Si pensa anche che la forma richiami quella dell’anguilla.
A dicembre, infatti, al lago si svolge la sagra del torciglione, in cui i paesi danno dimostrazione dei vari modi d’impastarlo e decorarlo.
Quel Natale di tanti anni fa, però, gli ospiti della famiglia di Fabia ebbero una brutta sorpresa: quando, alla fine del pranzo natalizio, fu portato il vin santo e fu scoperto il torciglione, un urlo collettivo d’orrore felino si levò dal desco, in quanto il serpentone faceva sì mostra di sé sul vassoio, ma era completamente privo di mandorle e pinoli perché la gattina Fabia, con pazienza certosina (e te credo) se li era mangiati tutti nottetempo…
Per castigo, fu costretta ad imparare la procedura ed impastarne una decina ogni Natale. Ecco come fa.
Torciglione per otto persone
Ingredienti
80 g di farina
500 g di mandorle dolci
50 mandorle amare
300 g di zucchero
2 cucchiai di brandy
3 albumi
1 tuorlo
40 gr di pinoli (o confettini argentati o scorzette di cedro o arancia, quel che vi garba)
limone grattugiato
Preparazione:
Sbucciate le mandorle, macinatele e le impastatele con lo zucchero, il brandy, la farina e gli albumi sbattuti. Lavorate il tutto fino ad ottenere un impasto abbastanza consistente a cui darete la forma di un serpente arrotolato con una testa sottile e una coda aguzza. Spennellate il serpentone con il rosso d’uovo e decoratelo infilando a lisca confettini o pinoli - o quel che è.
Al posto degli occhi potete mettere due chicchi di caffè e, per simulare la lingua, una mandorla.
Infine mettetelo in una placca da forno unta e cuocetelo a calore moderato (150 gradi circa) per circa 40 minuti.
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8 commenti:
ciao susanna, grazie tante per avermi avvisata dell'utilizzo della foto :-) un caro saluto e buon natale!
Grazie di questa ricetta sfiziosa colma di ingredienti prelibati e, a me sembra, abbastanza facile per chi la vuole provare.
La copierò parola per parola e la passerò a chi di dovere.
Un caro saluto.
Ciao,
dolce buonissimo ma,ahime', son diventata allergica alle mandorle ed ai pinoli ....
Leggendo il post precedente ho apprezzato il "riporto" all'anamorfismo...illusione ottica veramente affascinante.Ho avuto la fortuna di viverla in prima persona alla National Gallery con il quadro "Gli ambasciatori" di Hans Holbein il giovane ed e' veramente un'esperienza unica.
Un giorno, quando ti andra', mi dirai da che meandri tiri fuori i nomi dei protagonisti gatteschi (e non) delle tue storie....vanno aldila' della piu' sfrenata fantasia!
Un saluto,
Annalisa
Dolci e ipercalorici auguri, con doppia razione di mandorle e pinoli!
Evviva i dolci natalizi.
Buon Natale!
Marco
Cara Susanna, Buon Natale, deseo que estas fiestas navideñas estén llenas de amor y alegria para ti, un bacione
Grazie, cari amici, e che queste feste siano scintillanti e piene di affetto anche per voi!
susanna
Piluccare pinoli e mandorle un po' tostati dai dolci è uno dei piaceri della vita!
Tanti auguri carissima!
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