A cena a casa di Arturo il soriano e Lucy K.K., domenica sera c'era anche il talpone Melanzio, venditore ambulante di patate rosse e miele millefiori, con la sua compagna Bettina, che ha portato dolcetti a base di farro e ciliegie. Melanzio ci ha raccontato la demenziale storia di un suo antenato, noto ladro di tuberi e devastatore di colture in quel della Foligno medioevale.
Correva l'Anno Mille e i bravi coltivatori folignati erano disperati a causa di un temibile talpone che, scavando sotto i loro orti, procurava devastazione tra i raccolti in quanto rodeva tutti i tuberi e le radici delle piante da loro faticosamente messe a dimora.
Il console aveva fatto emanare un terribile bando in cui si prometteva una succosa ricompensa a chi avesse catturato la bestia esiziale.
Un dì, finalmente, la contadina Marta moglie del vignaiolo Evaristo riuscì a catturarlo e grande festa ci fu quel giorno a Foligno. Il talpone venne rinchiuso in una gabbia e portato in piazza, dove fu issato in cima ad un palo ed esposto al pubblico ludibrio. Il console prese la parola davanti alla folla strabocchevole ivi convenuta.
"Cittadini de Fulignu! Finalmente avemo beccato lu talpone che ce faceva addannà! Mo' gliemo da preparà nu supplizio adeguato! Cittadini fulignati, che glie volemo fa tallu talpone, lo volemo 'mpalà?"
"Noooooo!!! De più!!!!!" ululava la folla inferocita, mentre il talpone, un po' preoccupato, sbirciava la marea di teste e di facce urlanti sotto la gabbia.
"Allora, cittadini de Fulignu, lo bruciamo vivo?"
"Noooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! De piùùùùùùùùùùùùùùù!!!!!!!!!!!" schiumava la massa, provocando vieppiù ansia nella povera bestia.
"Allora, compaesani fulignati, come lo volemo ammazzà? Volemo scorticallu?"
"Noooooooooo, de più!!!!!!!!!!!!!" rombava la folla, finché un vecchio prese la parola.
"Paesani, ce l'ho io 'n'idea per supplizià lu talpone de Fulignu! Lo sapete che gliemo da fà? SOTTERRAMOLO VIVO!!!!!!"
"Evvai!!!!!!!!!!!!!!!!" ruggì la folla soddisfatta, mentre il talpone tirava un sospiro di sollievo e si asciugava la fronte, rassicurato.
10 commenti:
Povero nonno di Melanzio.
E povero anche lui che ha avuto questa brutta storia del suo avo.
Mi dispiace per Melanzio anche perché
io sono uso fare colazione con latte e miele millefiori.
Chissà se da Foligno può fare una passeggiata fino a Roma?
Ottima decisione!
A me le talpe fanno simpatia, ne ho una in montagna nel microgiardino, e guai a chi me la tocca, anche perchè non ha mai fatto danno. Una volta che è uscita e si è persa per le scale, anzi, l'abbiamo presa e l'abbiamo rimessa nel giardino, ed è stato stupendo vederla rientrare nella terra con la stessa facilità con cui uno si tuffa nell'acqua.
@ Aldo: glielo chiederò... Al più, se passo da Roma, me ne faccio dare qualche vasetto e te lo porto io!
@ Cincia: in effetti, da noi a Perugia c'è lo stereotipo - alquanto ingiusto, per la verità - che i folignati siano stupidi. Ci sono un mucchio di storielle cattive al riguardo...Questa è una di quelle.
Grandissima questa!!! Secondo me quel talpone è ancora vivo...
Uh, davvero??? E' un'abitudine un po' ridicola dell'Italia, questo campanilismo che inventa le storielle per ridicolizzare il paese vicino. A Chiavari dei Lavagnesi ad esempio si dice che hanno la "beiga" cioè il baco nel cervello.
Saluti a te e al sor Melanzio!
Ma si parla di "lu centru de lu munnu"?
Bellina davvero la storia!
Ricordo un collega, un certo Polticchia, mi piaceva la cadenza della parlata folignate. Trovo che sia simpaticissima.
Annalisa
p.s.: w le talpe!!
Il tuo commento nel mio blog mi ha messo una curiosita', ma una curiosita'....!Se ti va di raccontare....sai il mio indirizzo!
Annalisa
madonna quanto parlano male anche per iscritto :/
Buon 25 aprile gatta Susanna, gatta Libera come non mai!
Grazie, Russo! Buona Liberazione anche a te!
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