Pessimismo e fastidio. Orrore e disgusto. Mutismo e rassegnazione. E via con le coppie di sostantivi… La depressione è una brutta bestia. Non c’è più piacere nel fare le cose, anche quelle che prima t’interessavano. Anedonia, si chiama: privazione di piacere.
Annibale Bellassai detto Scubidù tenta di risollevare l’umore di Asiak portandola a feste (fa fare anche a lei la stola di pelliccia animalista), a sagre o a concerti, ma rimane frustrato perché vede che non serve a niente (se non fa peggio, dico io: Asiak vede che tutti si divertono e si sente ancor più estranea e impaurita).
I pensieri dei depressi girano attorno alla colpa e all’auto-svalutazione. Si sentono indegni e ruminano su errori commessi in passato. Spesso si sentono i soli responsabili della sofferenza del mondo. Asiak, come già detto, si sente in colpa (e un po’ di ragione ce l’ha, penso io; ma ormai è andata…)
Il furetto la porta al ristorante e lei mangia pochissimo; la conduce a passeggio e lei dopo dieci minuti si stanca; si deve portare dietro una scorta di aspirine perché ha sempre mal di testa.
Io gli dico che deve starle vicina, ma deve avere pazienza. E soprattutto, non pretendere di essere il suo salvatore.
Asiak si è animata un poco quando ha ricevuto la telefonata di Lucy K. K., un’altra del branchetto di cinque visoni che ha assassinato Miranda Vescovo. Lucy K. K. non è depressa, anzi. E’ ben contenta di aver accoppato l’allevatrice. Ammette che non è una bella cosa (“Sì, è maleducazione”, ha ironizzato Tarquinius), ma che non potevano fare altro. Assertività, le dico io? Assertività di che? Che cosa dovevano fare, mi ribatte Lucy, andare dal maresciallo dei Carabinieri e denunciare l’allevatrice di visoni? Le pellicce di visone mica sono proibite dalla legge, anzi, ci sono fior di pubblicità in TV e sulle riviste…
Lutto e melanconia. Io ho cercato di spiegare a Scubidù che Asiak mi pare vittima del lutto, più che della depressione. Il dottor Freud diceva che è normale che uno che ha subito una perdita stia male. Se ti muore qualcuno, se vieni licenziato, se vieni lasciato dal tuo partner, se perdi un amico, ovviamente ne soffri; e questo è il lutto. La depressione invece sembra inderivabile. Apparentemente non c’è motivo per cui tu debba star male. Tanto che spesso i genitori o gli amici ti fanno notare che non ti manca niente, che ti devi scuotere, che devi muovere il culo e andare a lavorare e piacevolezze simili (così che non prendono sul serio la tua sofferenza o la attribuiscono alla mancanza di volontà; ma se ti manca la volontà mica ci hai colpa tu, per la miseria!). Nella depressione (= la melanconia) predomina la mancanza d’autostima e la cosa che hai perduto non è reale ed esterna, ma emozionale. Tu ti identifichi con un oggetto perduto e provi rabbia verso te stesso, tanto che a volte prendi in considerazione l'idea del suicidio…
Scubidù però dice che Asiak si sente incapace, perché pensa che avrebbe dovuto tener testa alla pellicciaia, invece di subire per mesi e poi accoltellarla.
In tutti i modi, Lucy K. K. è venuta a trovarla (si era nascosta nella colonia felina di Largo Torre Argentina e cercava di farsi passare per un persiano cipria) e hanno parlato dell’arte-terapia. Lucy K. K. si è mostrata scettica: Asiak, ha detto, è già un’artista, fa i vestiti! E poi per la danza non è mai stata troppo portata (“Io invece sì, quando vivevo in Canada ballavo il tango” ha detto. “Allora sei una tanghera” ha ghignato Tarquinius).
Annibale Bellassai detto Scubidù tenta di risollevare l’umore di Asiak portandola a feste (fa fare anche a lei la stola di pelliccia animalista), a sagre o a concerti, ma rimane frustrato perché vede che non serve a niente (se non fa peggio, dico io: Asiak vede che tutti si divertono e si sente ancor più estranea e impaurita).
I pensieri dei depressi girano attorno alla colpa e all’auto-svalutazione. Si sentono indegni e ruminano su errori commessi in passato. Spesso si sentono i soli responsabili della sofferenza del mondo. Asiak, come già detto, si sente in colpa (e un po’ di ragione ce l’ha, penso io; ma ormai è andata…)
Il furetto la porta al ristorante e lei mangia pochissimo; la conduce a passeggio e lei dopo dieci minuti si stanca; si deve portare dietro una scorta di aspirine perché ha sempre mal di testa.
Io gli dico che deve starle vicina, ma deve avere pazienza. E soprattutto, non pretendere di essere il suo salvatore.
Asiak si è animata un poco quando ha ricevuto la telefonata di Lucy K. K., un’altra del branchetto di cinque visoni che ha assassinato Miranda Vescovo. Lucy K. K. non è depressa, anzi. E’ ben contenta di aver accoppato l’allevatrice. Ammette che non è una bella cosa (“Sì, è maleducazione”, ha ironizzato Tarquinius), ma che non potevano fare altro. Assertività, le dico io? Assertività di che? Che cosa dovevano fare, mi ribatte Lucy, andare dal maresciallo dei Carabinieri e denunciare l’allevatrice di visoni? Le pellicce di visone mica sono proibite dalla legge, anzi, ci sono fior di pubblicità in TV e sulle riviste…
Lutto e melanconia. Io ho cercato di spiegare a Scubidù che Asiak mi pare vittima del lutto, più che della depressione. Il dottor Freud diceva che è normale che uno che ha subito una perdita stia male. Se ti muore qualcuno, se vieni licenziato, se vieni lasciato dal tuo partner, se perdi un amico, ovviamente ne soffri; e questo è il lutto. La depressione invece sembra inderivabile. Apparentemente non c’è motivo per cui tu debba star male. Tanto che spesso i genitori o gli amici ti fanno notare che non ti manca niente, che ti devi scuotere, che devi muovere il culo e andare a lavorare e piacevolezze simili (così che non prendono sul serio la tua sofferenza o la attribuiscono alla mancanza di volontà; ma se ti manca la volontà mica ci hai colpa tu, per la miseria!). Nella depressione (= la melanconia) predomina la mancanza d’autostima e la cosa che hai perduto non è reale ed esterna, ma emozionale. Tu ti identifichi con un oggetto perduto e provi rabbia verso te stesso, tanto che a volte prendi in considerazione l'idea del suicidio…
Scubidù però dice che Asiak si sente incapace, perché pensa che avrebbe dovuto tener testa alla pellicciaia, invece di subire per mesi e poi accoltellarla.
In tutti i modi, Lucy K. K. è venuta a trovarla (si era nascosta nella colonia felina di Largo Torre Argentina e cercava di farsi passare per un persiano cipria) e hanno parlato dell’arte-terapia. Lucy K. K. si è mostrata scettica: Asiak, ha detto, è già un’artista, fa i vestiti! E poi per la danza non è mai stata troppo portata (“Io invece sì, quando vivevo in Canada ballavo il tango” ha detto. “Allora sei una tanghera” ha ghignato Tarquinius).
Caso mai, potrebbe provare a dipingere…
Ad Asiak l'idea è piaciuta e subito Ibadeth le ha comperato un set di pastelli e album.
11 commenti:
Chi non è depresso, o non ha mai avuto accanto qualcuno malato di depressione, non può capire cosa significhi davvero. Troppo spesso si sente usare l'espressione "sono depresso" nell'accezione di "sono triste".
Ebbene, non è la stessa cosa. La depressione è una *malattia* e va curata. E NESSUNO si deve permettere di dire a un malato "alzati, muovi il culo, sei uno smidollato, non hai forza di volontà".
Povera Asiak...:*
menomale che ha vicino tanti amici!
Tu che ne pensi, Susannuccia mia?
La mia Mamma una volta che era depressa si è sdentita dire da un'amica che esagerava i suoi sintomi perché non aveva voglia di andare a lavorare...e l'amica per un po' di tempo è stata bandita. Poi l'ha perdonata... Ora è depressa l'amica, ma non lo ammette: dice di avere malattie fisiche. Alessitimia! Ci farò un post, un giorno o l'altro! E' una minaccia.
Come sta mia cugina Margot?
Inoltre: posso pubblicare la foto della dolce Bubbles?
Sempre sia lodata Bastet!
La mia mamma è stata additata come PAZZA da sua madre e dalle sorelle: ora una delle due sorelle è malata di depressione.
mia mamma l'ha perdonata.
Tua cugina sta benissimo, ma patisce il caldo... qui a Roma si muore! si boccheggia! e tu come stai?
Certo che puoi pubblicare la foto di Bubbles! Ci speravo proprio! ;)))
Sempre sia lodata la felina dea! =^..^=
p.s. e poi la foto a Bubbles l'avevo fatta proprio per darla a te! =^..*=
quando passa la buriana e asiak sta un po' meglio (perché la depressione fa perdere l'equilibrio statico) vengo lì e vi insegno a tutti a fare qualche passettino di tango con il quale si curano le malattie dello spirito, la stipsi, l'artrosi cervicale e lombare, financo le aritmie non gravi, le vaginiti impedienti il coito, il rifiuto del maschio, e le timidezze dei maschi verso le femmine.
dico sempre che il sudore che si butta ballando è stracolmo di endorfine in surplus. il tango è furbo perché ci ha una musica strappacore, melancolica che deprime: per combatterla sei costretto a ballarlo e ti tiri su. e così lui perpetua il suo successo presso i mortali che lo ballano. si potrebbe dire che è un desiderio indotto e anche che crea dipendenza, ma male non fa.
lucy kk (come sto con gli occhiali neri e il foulard alla tiffany?)
Ottima idea, visoncina Lucy K.K.!
Convinciamo Edoardo l'avvocato a ballare il tango!
susanna
ah, ma allora lucy k.k. è proprio *lei*!
Certo! Perché, non si vede?
scusa, non avevo capito... sono un po' stravolta... :*
Le mie depressioni sono sempre derivazioni di qualcosa e spesso nutrite dal mio endemico pessimismo. Però sì, la depressione pura non ha motivazioni apparenti. Gran brutta bestia: Sandra Mondaini ha avuto il cancro e la depressione e ha detto che, dovendo scegliere, preferisce il primo alla seconda.
Certo, la depressione da qualcosa viene, non è una tegola che ti casca in testa senza preavviso. Però, tante volte risalire alle cause non è semplice, perché non sono dirette.
Se invece c'è una causa diretta, si tratta di lutto, che non è una cosa divertente, ma che passa, prima o poi.
Comunque, fra il cancro e la depressione non saprei cosa scegliere. Anche perché, se avessi il cancro, mi deprimerei senza neanche passare dal via...
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