La storia di Emanuela Orlandi è un pasticcio di dimensioni stratosferiche, mi pare d’averlo già detto. Tutte le volte che se n’è parlato, si sono tirati in ballo tutti i misteri italiani possibili e immaginabili (e anche qualcuno poco immaginabile), dalle trappole di Monsignor Marcinkus e dello IOR (la Banca del Vaticano, alla faccia di Cristo che caccia i mercanti dal tempio a calci in culo) alla morte di Roberto Calvi a Londra, dai gruppi turchi d’estrema destra ai servizi segreti bulgari, dalle potenze del blocco comunista pre-Gorbaciov alla Banda della Magliana e ci manca solo l’attentato di Ustica e la strage di Portella della Ginestra, ma non ci giurerei che qualcuno non ci butti dentro anche quelle. Già da prima che se ne occupasse “Chi l’ha visto?” ci si sono cimentati registi ed eminenti giornalisti e a me almeno (ma io sono una micia, non faccio testo) mi hanno lasciato sempre con una sensazione mista d’irrealtà, inganni pre-confezionati senza nemmeno troppa cura e noia mortale.
Secondo me lo fanno apposta per farti stufare; ma non vorrei che mi si tacciasse di dietrologia da due euro, come fa mio fratello Edoardo, l’avvocato (che è notoriamente perfido e che, non ci giurerei, in qualche modo è coinvolto).
Credo di averci capito qualcosa di più leggendo il libro di Gaja Cenciarelli, Extra omnes. L’infinita scomparsa di Emanuela Orlandi, pubblicato dalla Casa Editrice Zona due anni fa.
Perché “Extra omnes”? E perché “infinita scomparsa”?
Infinita scomparsa. Bella frase. Un po’ inquietante, fa pensare a un gioco di specchi, al palazzo del Mago dell’Orlando Furioso, dove credevi di vedere la persona che cercavi, ma quando ci entravi dentro ne scorgevi un lembo dileguarsi attraverso porte, saloni e corridoi, e alla fine eri costretto ad uscire… per rivederla da fuori, in finestra, che ti chiamava…
Gaja Cenciarelli non pretende di scrivere l’ultima parola sul caso Orlandi, ma ne dà un affresco completo, che io ho capito così (e correggetemi se sbaglio).
In Vaticano, negli anni Ottanta, c’era di tutto. Sacerdoti onesti, sacerdoti corrotti e, soprattutto, due correnti: quella che auspicava un colloquio con i paesi del blocco comunista e quella, guidata da Papa Woytila, che invece alle nazioni sovietiche aveva dichiarato guerra. Entrambe si avvalevano di mezzi leciti ed illeciti per giungere ai loro obiettivi e non disdegnavano servirsi della Banda della Magliana per fare l’eventuale lavoro sporco. Ovviamente una corrente intendeva mettere in difficoltà l’altra e forse il rapimento di Emanuela a questo è servito: il ricatto di una parte del Vaticano all’altra… Ed Emanuela ci si è trovata innocentemente in mezzo: forse è stata rapita da una delle due correnti vaticane per poter ricattare l’altra, chissà. O forse per collegarla surrettiziamente all’attentato al Papa, avvenuto due anni prima (e col quale, ormai è stato appurato, non c’entrava nulla).
Ovviamente Extra omnes non chiarisce il mistero (non l’ha chiarito nessuno, finora), anche se suggerisce il coinvolgimento vaticano (e di alte sfere) nel titolo: Extra omnes, Fuori tutti!, la frase canonica che si pronuncia prima della proclamazione dell’elezione di un nuovo Papa…. Tuttavia non è solo questo il fine dell’autrice, giacché il suo non è il solito saggio sugli italici misteri, ma il tentativo di captare una voce lontana che viene dagli anni dell’adolescenza. La sua propria voce, quella di Emanuela che non ha mai conosciuto, quella dell’amica Chiara di cui si rimprovera, forse ingiustamente, l’abbandono? Sentiamo la sua voce: “… Invece Emanuela non la conoscevo, ma appena vidi il manifesto all’angolo tra Corso Rinascimento e Corso Vittorio Emanuele II, davanti alla chiesa di Sant’Andrea della Valle, provai uno strano sentimento di identificazione con lei. Era scomparsa a due passi da casa mia. Pensai, e se fosse successo a me? Poteva anche succedere a me….”
Il libro alterna brani autobiografici a densi capitoli relativi alla scomparsa di Emanuela, sempre però mantenendo la focalizzazione interna nell’identificarsi con la fanciulla scomparsa (tanto che, a un certo punto, mi sono detta alé, adesso questa salta fuori a rivelare che Emanuela è lei! Ovviamente, non lo fa. Sarebbe stato uno scoop, però). E la perdita dell’amica Chiara (di cui viene informata dopo anni, non c'è pena maggiore, secondo me...) le fa capire lo strazio che devono aver provato i genitori di Emanuela nell’averla perduta.
Troppo struggente per definirlo un saggio, troppo puntuale per definirlo un’autobiografia, Extra omnes sfugge e si nega alla classificazione. Suggerisce certe cose che – credo volutamente – lascia incompiute, come la musica di un film di cui non ricordi titolo e trama…
(Gaja Cenciarelli, Extra omnes. L'infinita scomparsa di Emanuela Orlandi, editrice Zona, 2006, E. 15)
3 commenti:
Una storia davvero oscura e inquietante. Credo che religione, economia e politica, shackerati, compongano un mix più pericoloso di qualsiasi arma esistente al mondo.
Susannuccia mia, bellissima e adorata nipotina, che emozione ho provato quando ho visto questa foto! Tu accanto al mio libro! che BELLA immagine!!! grazie, grazie mille, miciameravigliosa.
Tu hai inquadrato perfettamente il senso del mio E.O. non è un libro inchiesta, non è un libro che pretenda di mettere la parola fine. È una ricostruzione ed è un ibrido: c'è molta della mia vita in quelle pagine.
Una sola cosa mi preme dire: che non avrei mai immaginato, quando ho iniziato a studiare il caso Orlandi, di addentrarmi in un tale ginepraio. Ne sono "uscita" (no, non credo in realtà di esserne mai uscita davvero) spaventata, amareggiata, addolorata. I potenti di allora sono i potenti di adesso. Spero che si riesca a far luce, ma mi pare che su Emanuela e Mirella Gregori, dopo qualche giorno di notizie a raffica, stiano ricominciando a spegnersi i riflettori. Continuiamo a parlarne almeno noi, Susanna.
E grazie, grazie davvero tanto per la tua gentilezza, Susannuccia. Sarò troppo sensibile, ma quando ho visto la foto con te e il mio libro mi sono venute le lacrime agli occhi...
Un bacione.=^..^=
Zia Gaja, il tuo libro (che ho letto insieme alla Mamma) è veramente avvincente!
E la storia è a dir poco oscura e inquietante... anche perché, dopo un'improvvisa reviviscenza (dovuta alle rivelazioni di quella scriteriata della Minardi), già non se ne parla più...
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