sabato 8 novembre 2008

Ci hanno mica il petrolio, lì

Di qualcuno si parla anche troppo, di molti non si parla affatto. Come del Congo.
Alcuni preti, di vario ordine e grado, si occupano di smerigliare le sacche scrotali anche a chi non li vuol sentire, pretendendo d'imporre loro come vivere e come crepare; altri preti lavorano in silenzio e senza riflettori per i fratelli in Cristo... anche se i fratelli a Cristo magari manco ci credono.
Post scriptum: se il dottor Berlusconi vede questo link, è finita. Ve lo immaginate a dire che questi bimbi muoiono di fame e di guerra, ma ci hanno i soldi per farsi la lampada?
Gli mancherebbe la faccia.

5 commenti:

lucy ha detto...

la notizia sulla gabbia-congo per un milione e mezzo di profughi l'hanno data quando non girava sui giornali i due del ruggito del coniglio ancora dieci giorni fa ironizzando sul fatto che mica erano importanti un milioneemezzo di africani, vuoi mettere le borse...i guerriglieri stanno sistematicamente togliendo di mezzo tutti gli uomini inermi, si parla di centinaia e centinaia di esseri umani. siamo alle solite stragi tra tutsi e hutu, orchestrate però da altri. non ci sarà il petrolio, ma uranio e diamanti credo non manchino.
speriamo anche per questo in obama.

Marco Marsilli ha detto...

Un caro amico, prete e missionario (di mé, che son ateo!) ora in Centroamerica, ma prima missionario in Italia, mi ha raccontato, che andando in giro per Chicago, se saluta qualcuno che passa questo si ferma, saluta ed eventualmente scambia qualche parola di circostanza, prima di tirare dritto. Si noti che, per inciso, Chicago è una delle città più pericolose degli USA e lui è nero, nero come la pece, non un po' abbronzato.

In Italia, in una tranquilla e ricca cittadina nella periferia di Milano, i passanti reagiscono al saluto abbassando la testa, guardando dall'altra parte e accelerando il passo.

Sembra quasi che essere neri, in Italia, sia come essere trasparenti e afoni.

Gaja Cenciarelli ha detto...

una volta si diceva che "avere il mal d'Africa" corrispondesse a una bella emozione, alla voglia di tornare in quella terra meravigliosa e contradditoria.

ora il mal d'Africa viene a tutti quelli che preferirebbero vederla sprofondare, piuttosto che muovere un dito per sollevarla.

È dura avere fede.

Anonimo ha detto...

Mettiamoci pure i reati schifosi commessi dagli esportatori di democrazia Onu, non so quali speranze abbia la popolazione in Congo, c'è da vergognarsene di brutto..

Susanna ha detto...

Poche speranze, credo...