martedì 25 novembre 2008

Sant'Antonio al Monte Peglia


megalo intensa
Inserito originariamente da susannucciauccia

Mia sorella Megalo ha in casa un ospite.
Domenica scorsa era andata in gita al monte Peglia, insieme col ratto della Sabina, Michelangelo Storace detto Er Pantegana, e il di lui fidanzato Fulgenzio Planciade Dixit; volevano cercare delle pigne per decorare nataliziamente la chiesa di Manciano Sabina dove vive il ratto, che, come sapete. è molto religioso.
Si erano divisi i compiti: Er Pantegana cercava le pigne rotonde, Fulgenzio quelle dei cipressi e Megalo quelle dei larici, che cadendo dall'albero si spezzano ed assumono la forma d'una rosa di legno. La Mamma in casa ne ha molte ed io di solito ci gioco di notte, per il sollazzo generale.
D'improvviso però i tre hanno cominciato a vedere delle fettucce rosse, stese fra gli alberi, a bloccare i sentieri. Poi sono apparsi cartelli che annunciavano che era in atto una caccia al cinghiale e sconsigliavano pertanto d'inoltrarsi fra i boschi. Infine si son cominciati a sentire spari ed imprecazioni di vario tipo. Il trio ha dunque deciso che le pigne raccolte erano più che sufficienti ed ha deciso di recarsi a Castel del Monte a bersi un caffè.
Scorgendo nel folto del bosco una piccola chiesa grigia, il ratto ha voluto visitarla. Megalo è decisamente atea, Fulgenzio nutre scarsissimo interesse per ogni tipo di culto, nonostante il proselitismo del suo fidanzato, sicché se ne stavano un po' indietro mentre Er Pantegana, scorgendo la statua di un maialino in una cappella laterale, narrava loro la leggenda di Sant'Antonio che si recò all'inferno con un porchetto per convincere i diavoli a cedergli un po' di fuoco. Fulgenzio ad un certo punto gli ha fatto però notare che la chiesa era chiaramente dedicata al culto di Santa Lucia e che oltre tutto non c'era presente alcun'immagine di Sant'Antonio; c'era solo la statua del suino.
Rimangono tutti e tre imbambolati, poi Megalo guarda meglio la statuina e si rende conto che non raffigurava un maiale: era un maiale.
Anzi, per esattezza, un cinghiale.
Vivo.
"State zitti, per carità!" li implora il cinghialetto. "Se mi beccano i cacciatori mi fanno un culo come un cesto!"
"Ossignore" fa Megalo "Ma.... ma.... tu sei un cinghiale!"
"Che fa finta di essere una statua, parrebbe" aggiunge il panda rosso. Michelangelo scoppia a ridere. "Ahò, ma si te sgamano li cacciatori, che je arconti? Che Sant'Antonio er padrone tuo è annato a piasse 'n caffè coretto?"
Il cinghialino ha raccontato loro che stava lì a fare la statua da due ore e mezzo, in attesa che i cacciatori si sciacquassero dagli zibidei: al che, Megalo è andata a prendere il suo SUV, ha parcheggiato di fronte alla chiesetta e ha fatto salire la povera bestia sul sedile posteriore, ricoprendola con la tovaglia che usa per i picnic. Quindi è passata in mezzo alle auto dei cacciatori, salutandoli graziosamente con la manina e augurando loro buona caccia.
Il cinghialino, che si chiama Carlegidio Friscia, ha detto di venire da Rispescia e di essere stato licenziato dalla fabbrica di materie plastiche dove lavorava. Pare che la proprietaria sia stata colta da una crisi mistica ed abbia deciso di farsi mazdeista, per cui ha venduto tutto, licenziato i dipendenti ed è partita verso Ctesifonte, la capitale dei Parti, per fondare una chiesa dedicata al culto di Ahura Mazda e Ahriman.
Nessuno però l'ha informata che Ctesifonte non esiste più.
Intanto Carlegidio vive per ora a casa di Megalo, dove viene molto viziato da Galiana e Gloria, e si sdebita ridipingendo le pareti di casa.

3 commenti:

SA DEFENZA ha detto...

e brava la nostra scritrice complimenti per il blog
ciao
io sono per l'idipendenza della sardegna vedi il mio blog ciao sayli

Susanna ha detto...

Buonasera, sayli!

Anonimo ha detto...

Benvenuto a Carlegidio, cinghialetto fortunato!