A volte ho la tremenda suspicione che Maysa la lince passi la vita a sbeffeggiare mio fratello Martino il rabbino, alla faccia della pace e della fratellanza tra ebrei e musulmani. Da quando Martino ha pubblicato il salmo natalizio (si fa per dire) ebraico, Maysa non fa altro che prenderlo per il culo e adesso ha scritto anche lei una poesia natalizia musulmana (dice lei. Se la legge un mullah le scaglia una fatwa, come minimo).
Fili dorati sulle palme,
globi di vetro iridescenti
dondolavano al vento del deserto
e la sabbia li smerigliava,
poveri globi vitrei.
Angeli sul padiglione,
aureole d’oro luna d’argento.
Luci verdi e scarlatte
- il generatore funziona?
Dio sia lodato! –
La cometa era tutta d’oro!
candele sotto le tende,
alla faccia della sicurezza,
muschio per il presepe,
secco, calcinato,
non c’è acqua,
il muschio si secca
e se la candela dà fuoco alla tenda e se le luci danno fuoco alle palme e se scassi il gruppo elettrogeno che madonna vedi nel deserto e se ti vede Kassim te li dà lui il presepe e la palma di Natale brutto cane infedele che fai l’albero di Natale nel deserto te lo do io il Natale te lo do io il Natale te lo do io il Natale te lo do io il Natale te lo do io il Natale……………………….
4 commenti:
Lol, vado a chiamare il mullah :D
Così povera Maysa...
Ma povero Martinooooo!!!
:* ciao, susannuccia mia!
Oh, Martino non ci fa più caso...
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