martedì 19 agosto 2008

E lucean le stelle...


Durante la vacanza di Ibadeth e Tarquinius, i "Licaoni del Liscio" hanno fatto a meno di violino e fisarmonica. Il che significa che non hanno fatto una mazza: con solo il flautista (Filostrato), il percussionista (Aristogìtone) e me alla chitarra, il liscio viene male. Ci siamo esibiti solamente presso il "Circo delle Grandinate", una formazione assai alternativa, che di solito non riscuote molto successo nelle campagne, chissà perché, ma richiama una variopinta fauna di sballoni, fricchettoni e operatori para-farmaceutici (leggi spacciatori) di varia estrazione.
Alla fine, dunque, l’ineffabile coppia suricate-ramarra è tornata alla base. Sulla via del ritorno dall’Albania, Ibadeth ha insistito per andare al mare e Tarquinius, seguendo una freccia scalcagnata che recava inciso "La strada del mare", si è addentrato nei boschi con la sua potente Ami-8 e si è ritrovato, a notte fonda, sull’autostrada della Versilia.
Esattamente dall'altra parte dell'Italia.
Come cazzo avranno fatto, diceva una canzoncina che, anni fa, parodiava la nota e sfigatissima "Albergo a ore".
I due cascavano dal sonno e ad un certo punto Tarquinius è stato svegliato da un urlo di Ibadeth che lo scuoteva selvaggiamente perché si era addormentato al volante e si stava sfracellando contro il new-jersey. Sic stantibus rebus, i due hanno capito che forse era meglio fare una pausa e sono usciti nella notte a Forte dei Marmi. Era escluso che a quell’ora si trovasse un posto economico dove posare il capino (poi, a Forte dei Marmi, è escluso che si trovi un posto economico, stop); talché, rammentatisi della spiaggia comunale (l’unico spazio vagamente cheap della Versilia), hanno parcheggiato l’Ami-8 dietro al camion rosticceria perennemente allocato sul lungomare, sono entrati nel lido, hanno aperto due lettini presso la battigia e si sono addormentati. Poco prima di crollare, Ibadeth ha avuto una visione del cielo dietro le cime delle Alpi Apuane, che da nero e stellato diventava turchese opalescente; ha biascicato a Tarquinius: "Guarda, l’alba!"
"Sembra un planetario!" ha commentato il suricate. Dopo di che è scivolato nell’oblio fino alle sette e mezzo, quando una mano lo ha scosso energicamente e una voce alquanto toscana gli ha detto: "Sarebbero quindici euri!", al che Tarquinius, mezzo rimbambito, ha pescato le banconote nella sacca, ricevendone in cambio uno scontrino; quindi è ripiombato nell’oscurità fino alle dieci, quando si è destato e ha visto Ibadeth che acquistava quantità industriali di cocco da un venditore con un secchio.
Così, finalmente mi sono fatta raccontare la conclusione del giallo di Civitella Plestina…

2 commenti:

Gaja Cenciarelli ha detto...

Io ora, qui, nunc et hic, vorrei sapere se hai mai provato a mettere insieme tutti questi racconti e a farne una raccolta.
secondo me dovresti.

(ammazza, quanto sono cari in Versilia, eh? dente avvelenato? ^____*)

Susanna ha detto...

Quindici euri, in Versilia, penso siano la prima di novecento comode rate... Mi dicono che ora ne vogliono sessanta... e a Santa Margherita Ligure ottanta! Li morta...aaal guerrieri loro!
In partenza? Una delle cose per cui invidio voi romani (a parte la magggica Roma, le antichità, i supplì etc. etc.) è il fatto di non dover partire tre giorni prima per andare a pigliare l'aereo!
In bocca al lupo! (con buona pace di Flavio Aufidio Crispino)
susanna
P.S. Margot ha detto che approfitterà della tua assenza per dare una grande festa a casa tua...