martedì 2 marzo 2010

Vivere con lentezza

Io e Susanna eravamo amiche del cuore, ma io non conoscevo tutta la gente che conosceva lei. La maggior parte, sì, ma qualcuna mi sfugge. Ne ho però conosciuta una ieri, venuta a trovare l’otocione Jerry per organizzare, in Umbria, la “Giornata della lentezza”.
Come forse (non) ricordate, l’otocione Jerusalem Gebratmaryam (Jerry per gli amici), fondatore del gruppo rock per cui Susanna suonava la chitarra ritmica, è anche il locale segretario dell’associazione “Vivere con lentezza”. Per venire dall’Etiopia in Italia con il conestoga, infatti, ci ha impiegato sei anni e tre mesi, durante i quali, ne è convinto, ha appreso molto della vita e degli uomini. Contento lui. Comunque, ieri a casa di Jerry ho conosciuto Stephanie Windischgraetz, cincia, ingegnere (progetta gru per una ditta che ha sede nel porto di Genova e, per hobby, cucina e distilla liquori). E’ perennemente depressa, infatti finisce per scolarsi la maggior parte degli ottimi liquori che distilla per scacciare la malinconia; Jerry la chiama affettuosamente “
cinciamogia”. C’era con me Asiak, che si è messa a chiacchierare con lei; dopo un quarto d’ora piangevano abbracciate e bevevano grappa dell’Albero di Giuda mentre Jerry, tranquillo, preparava couscous alle sette verdure.
A cena s'è parlato parlato della fretta con cui oggi facciamo tutto e della tendenza che hanno certuni a fare più cose contemporaneamente, forse illudendosi di guadagnare quel tempo che ci sfugge tra le mani come granellini di sabbia. Stephanie ci ha fatto notare che oltre tutto non è nemmeno razionale e che è più il tempo che si perde che quello che fattivamente si guadagna. Io ho raccontato che, quando vado dal meccanico per portarvi la mia disastrata vettura, mi diverto (si fa per dire) a vedere il capo-officina fa diecimila cose alla volta: telefona, scrive, riceve due clienti alla volta o financo tre, chiama i meccanici, strilla alle segretarie, conferisce coi venditori e non combina una mazza. Tutte queste persone stanno lì nel suo ufficio, piantate come carciofi per una mezz’ora buona senza che nessuno venga seriamente preso in considerazione né congedato
No, non è un modello vincente. Al massimo, si può fare qualcosa mentre bolle l’acqua della pasta, quello sì. Se per una cosa ci vuole parecchio tempo, è logico che, mentre aspetti, ti porti avanti con un’altra. Ma fare contemporaneamente due cose che richiedono lo stesso tempo non si può. Stephanie ha fatto notare che due cose possono essere fatte contemporaneamente non tanto se una richiede più tempo e l’altra meno, ma soprattutto se una richiede meno attenzione dell’altra…. È chiaro che l’acqua della pasta bolle da sola, non è necessario star lì a covarla (anzi, se stai lì a guardarla, non bolle); così come puoi chiamare l’ascensore e, mentre lo aspetti, chiudere a chiave la porta di casa o magari controllare che nella borsa ci sia tutto.
Io tanto non ce l’ho, l’ascensore, quindi il problema non si pone. La cincia mi ha detto che lei, in ogni caso, non se ne giova, scende in picchiata dalla gru o da casa sua; al massimo, se vuol risparmiare tempo, può mettersi a leggere un libro di spionaggio mentre cova le uova…

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non credo potessi farmi onore maggiore di questo post! Ho la lacrimuccia, credo che andrò a soffocare la commozione in un cicchetto di liquore alla liquirizia.
Un abbraccio

Susanna ha detto...

Ma non ti lanciare in picchiata dalla gru, possibilmente...

Viviana B. ha detto...

Passo di qui per ringraziarti della visita e... sorpresa! Leggo di Cinciamogia!
Tra l'altro, vengo a sapere da te che distilla liquori (Cincia, se leggi, una bottiglia di liquore al cioccolato per me, please! ;-) )... e che se li scola pure!
Grazie della visita, dunque, e, sul fatto che concordi circa la lentezza, beh, non credo ci sia nulla da aggiungere!
Buona giornata! Lenta, possibilmente lenta. :-)

Susanna ha detto...

Oddìo, la vera autentica Cinciamogia non credo che se li scoli...diciamo che mi sono presa qualche licenza poetica.
Cincia, sto ledendo la tua onorabilità!

Anonimo ha detto...

Ciao!
Vero, i liquori non me li scolo...però li gusto, eccome, perciò nessuna onorabilità è stata lesa.
Viviana, mi hai dato un'idea, il liquore al cioccolato (il "bicerin" torinese) sarà il mio prossimo esperimento!
Grazie mille ancora