domenica 24 febbraio 2008

Chi ha paura dei Luddisti?

Io, ogni tanto. Oddìo, proprio paura, no. Mi chiedo - o fingo di chiedermi, lo so benissimo - perché si comportano come si comportano, pensano quel che pensano, dicono le scemenze che dicono. Un'idea ce l'ho, del perché lo fanno...
Voi sterminati lettorazzi del blog vi starete chiedendo "Che cosa mai va cianciando codesta micia?" I luddisti, davvero. Almeno i Buddisti. No, i Luddisti, tanto bene. E chi sono?
Prima di spiegarvelo, vi voglio raccontare un paio di apologhi.

Thot, lo scriba degli dei
Thot è fra gli Egizi una divinità lunare, lo scriba degli dei, il latore dei loro messaggi presso la comunità degli uomini. E’ grazie a lui che la scrittura sacra, nota col nome di geroglifica, è stata portata a conoscenza dell’umanità.
Quando ancora non era stato introdotto l’alfabeto fonetico, la pratica della scrittura era un’arte molto difficile e la sua conoscenza era strettamente legata alla carriera pubblica: il faraone sapeva leggere e scrivere (figurarsi) e così i funzionari, i governatori e i sacerdoti; in breve, solo una minoranza di persone poteva accedere all’arte della scrittura.
Un mattino il dio Thot decise di andare a trovare il Faraone Amon, noto per i suoi oracoli, per sottoporgli alcune sue invenzioni che, secondo lui, avrebbero dovuto far progredire l’umanità. Il faraone Amon lo ascoltò incuriosito; ma quando il dio Thot arrivò alla scrittura, il faraone gli espose le sue perplessità.
Disse Amon che l’invenzione delle lettere scritte, dispensando gli uomini dall’esercizio della memoria, avrebbe condotto all’oblio, in quanto essi avrebbero ricercato il ricordo nei caratteri scritti, e non dentro di sé. Inoltre la scrittura avrebbe potuto dare agli uomini la possibilità di accedere ad un’abbondante informazione senza alcun insegnamento (e meno male che non gli aveva proposto Internet) ed essi avrebbero avuto l’illusione di possedere una grande scienza, che non sarebbe stata però veramente loro. La parola scritta, insomma, provocando nell’uomo un atteggiamento di passività, ne avrebbe impigrito la memoria: potendo costantemente ricorrere al testo scritto, l’uomo avrebbe trascurato il vero strumento della ricerca della verità, che è il dialogo.
Thot però non si lasciò scoraggiare e ribatté che in ogni caso anche una conoscenza illusoria era meglio di niente, giacché la memoria umana è limitata e non si può pretendere che la scienza si fermi solo a ciò che un singolo uomo può ricordare. Concluse che ogni nuova scoperta ha in sé lati positivi e lati negativi e che in ogni caso il rischio deve essere corso. Così il faraone Amon e gli uomini accettarono il dono della scrittura.


Hai capito, il faraone? Se era per lui, stavamo ancora a tramandarci a memoria quattro bischerate quattro... Fa il paio con Zeus, re degli dei, che nel mito che segue si aggiudica la palma di Luddista Scassacazzi Serie Oro.


Prometeo e il fuoco

Prometeo, il cugino del re degli dei greci Zeus, un giorno lo fregò: durante un sacrificio aveva diviso in due parti un bue, da una parte aveva messo le viscere avvolte nella pelle dell’animale, dall’altra aveva disposto le ossa spolpate e le aveva ricoperte di grasso bianco, poi aveva detto a Zeus di scegliere la sua parte; il resto sarebbe andato agli uomini. Zeus aveva scelto il grasso bianco e, quando aveva scoperto che non nascondeva che ossa, infuriato (non del tutto insensatamente) con Prometeo e con gli uomini, aveva deciso di non inviare più loro il fuoco.
Da quel giorno non si accesero più i lumi nelle case, non divamparono più i focolari durante l’inverno e gli uomini cominciarono a morire di freddo; non si udirono più sulla Terra risuonare le incudini nelle fucine e gli uomini non ebbero più aratri, armi, utensili, ossia tutte le cose che si forgiano con il fuoco. Non era neppure possibile cuocere le carni e l’umanità regredì. Tutto per colpa di quel decerebrato di Prometeo che si era messo a fare lo spiritoso tanto bene con il re degli dei.
Allora Prometeo andò alla ruota del Sole e ne sottrasse alcuni semi, che regalò agli uomini. Un altro mito dice che Prometeo rubò una scintilla dalla fucina sacra del dio Efeso. In tutti i modi, ciulò il fuoco alle divinità che volevano tenerselo per sé. Zeus, imbufalito oltre misura, punì così il cuginastro: lo fece trasportare nella gelida terra di Scizia (il Caucaso), incatenare ad una roccia ed un’aquila enorme fu incaricata di lacerargli il petto e divorargli il fegato (mamma mia, che senso); l’organo durante la notte rinasceva, ma il giorno dopo l’aquila ripassava e lo divorava di nuovo. Pranzo assicurato vita natural durante, insomma.
Zeus giurò sullo Stige, il fiume degli Inferi, che non avrebbe mai liberato Prometeo dalla sua pena; ma aveva fatto i conti senza Ercole, che un giorno scagliò una freccia colpendo l’aquila al cuore e spezzò le catene con cui Prometeo era avvinto alla roccia.

Che c'entrano con i luddisti queste due storielle risalenti ad epoche oramai remote? C'entrano perché hanno in comune una cosa: quando si offre agli uomini una novità, che magari potrebbe alleviare loro le fatiche dell'esistenza e render loro la vita più facile, c'è sempre qualcuno che vi lancia contro strali ed anatemi.

Ma volete campare peggio, dico io?

Si dice che i luddisti derivino il loro nome dal fantomatico Ned Ludd, fantasma della prima rivoluzione industriale, un operaio di Leicester che nel XVIII secolo distrusse un telaio in una fabbrica inglese e fece una finaccia. Ned Ludd, non la fabbrica. Il poveretto divenne un simbolo della lotta contro lo sfruttamento dei padroni nei riguardi degli operai, ma a lui s'ispirarono anche quei pisquani che mostrano avversione per la tecnologia.

E i pisquani sono organizzati a vari strati: da quelli che giustificano la loro delirante idea con saggi ponderosi (scritti a mano su pergamena, mi auguro!) ai vecchietti del bar che sono usi sentenziar "se steva mejo quan se steva peggio".

Sì, la fava.




2 commenti:

LL ha detto...

interessante la chiusura finale. valeva proprio la pena finire di leggere il post. :-)

Susanna ha detto...

Sei tu, Lorenzo Lazzeri, LL?
Ciao dalla gatta Susanna!