venerdì 1 febbraio 2008

…o forse Disturbo di personalità antisociale?


Cosa significa psicopatico?
Il termine "psicopatia" nel mio amato DSM-IV non c’è più. Fu usato per la prima volta dallo psichiatra Checkley, nel 1941, nel libro "La maschera della sanità". Negli anni che seguirono fu gradualmente abbandonato e sostituito dal termine "sociopatia": si era verso la fine degli Anni Sessanta e si cominciava a mettere l’accento sui problemi sociali come origine di quelli psicologici. Nella seconda versione del DSM la sociopatia viene chiamata "personalità antisociale" e nella terza si affaccia l’attuale denominazione.
Ruth Rendell definiva Arthur Johnson "psicopatico" e così la psicopatia (o disturbo di personalità antisociale) è definita dai criteri diagnostici del DSM-IV:

A) Un quadro pervasivo d’inosservanza e violazione dei diritti degli altri, che si manifesta sin dai 15 anni come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi:
1) incapacità di conformarsi alle norme sociali e legali, come indicato dal ripetersi di condotte suscettibili d’arresto;
2) disonestà,menzogne, uso di nomi falsi e truffe (o per profitto o per piacere personale);
3) impulsività ed incapacità di pianificare;
4) irritabilità ed aggressività (stra-grrrrrr!!);
5) inosservanza abituale di regole morali e legali;
6) irresponsabilità abituale, incapacità di sostenere un’attività lavorativa continuativa od obblighi finanziari;
7) mancanza di rimorsi (razionalizzazione dopo furti o maltrattamenti).
B) L’individuo ha almeno 18 anni.
C) Disturbo della Condotta prima dei 15 anni d’età.

Forse non ci avrò capito un sano tubo, ma a me non sembra che questo sia il ritratto di Arthur Johnson. Anzi.
Mi sono ripassata la Hare Psychopathy Checklist, la quale elenca una serie di item che descrivono quello che dovrebbe essere un bel personaggino. Il povero Arthur ci rientra molto poco. E’ un tipo affidabile (fin che non gli gira il boccino), privo di fantasia, serio fino alla pignoleria, senza alcun fascino (né superficiale né nascosto). Non truffa alcuno, non ha comportamento sessuale promiscuo (anzi, non ha comportamento sessuale tout court), non ha di sé un senso grandioso. Non è manipolatorio, non ha uno stile di vita parassitario. Tanto meno ha una storia di delinquenza giovanile ascrivibile a un Disturbo della Condotta. E’ sì insensibile, carente di empatia, ha affetti molto superficiali, manca di rimorso e di sensi di colpa: a lui delle vittime come persone non gliene può fregar di meno, le vede solo come fonte di problemi per lui. E’ incapace di verbalizzare la rabbia: invece di mandare affanculo la zia Gracie, che sarebbe stata cosa buona e giusta, ha ingoiato per anni, si è identificato con lei fino a credere che lei avesse ragione di trattarlo come lo trattava, e poi ha agito la sua rabbia violentemente, proiettandola sulle altre donne, che non gli avevano fatto nulla. Era, come spesso i paranoidi, timoroso di una resa passiva (tanto che il dottor Freud aveva fatto l’ipotesi di un’omosessualità latente. Insomma, il paranoide avrebbe paura di essere inculato, per dirla elegantemente). Dopo essere stato per anni vittima passiva della zia Gracie, ci credo che temeva che tutte le femmine lo mettessero all’angolo (o a novanta gradi, per citare il padre della psicoanalisi).

E allora perché Ruth Rendell lo chiama psicopatico? Dovessi fargli una diagnosi io, azzarderei che è affetto principalmente da Disturbo di Personalità paranoide, con qualche tratto antisociale.
E cosa si può proporre come terapia?
Per il paranoide, è indicata di solito la psicoterapia espressiva, con abbondanza d’interpretazioni (= spiegare al paziente cosa prova e perché si comporta in un certo modo), ma con cautela, senza sbattergliele sul muso. Può anche essere necessario "contenere" la rabbia del tipo (ovvero: se ti accusa di qualcosa, non negare veementemente, ma cercare di capire perché la pensa così e fargli capire che ha il diritto di essere imbufalito). Questo veramente dovrebbero farlo tutti, non solo gli psicoanalisti, ma transeat.
Per l’antisociale propongo le seguenti terapie: Lourdes, Fatima, l’altoforno della Thyssen Krupp di Terni…

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